La forma dell’acqua è un film bellissimo, pieno di poesia e sentimento, dove il mostro, il diverso, dimostra di avere sensibilità e intelligenza.
Film che comincia e finisce nell’acqua, in cui volteggiano figure e cose all’inizio mentre nel finale sono i protagonisti, immersi in questa sorta di liquido amniotico, a dare quel senso di bella fiaba che caratterizza un po’ tutto il film.
Siamo infatti difronte a una fiaba coi buoni e i cattivi ben distinti. L’ambiente è quello di un laboratorio scientifico americano degli anni ’60 quando la guerra fredda imperversa e i russi hanno mandato nello spazio un cane ed allora cosa ci può essere di meglio di questo “mostro” catturato in Amazzonia dove lo veneravano come un dio, per studiare un essere mostruoso appunto con tanto di pinne? Nell’impresa però sono coinvolti anche i russi, tutti interessati a squartare il mostro e a studiarne la conformazione.
Dall’altra parte abbiamo due inservienti addette alle pulizie del laboratorio, una muta e una di colore, e un vicino della muta omosessuale. Sono gli ultimi nella società: l’omosessuale fa disegni fantastici ma gli viene preferita la fotografia; la muta vive in un suo mondo di fantasia; e la lavoratrice di colore porta avanti una propria lotta in famiglia contro il marito che si rivelerà un pusillanime e un inetto nell’unica scena in cui compare.
Sono gli ultimi nella società e i primi nell’amore e nella mente del regista. Dall’altra parte gli antagonisti, i cattivi, russi e americani senza distinzioni, che non si preoccupano minimamente del dolore che infliggono, interessati solo ai loro scopi e a mantenere il potere e il prestigio di cui godono e di cui approfittano.
La protagonista si serve di alcuni semplici strumenti per superare le difficoltà e arrivare al cuore del “mostro”, uova sode e successivamente musica e la trovata delle uova sode è veramente geniale!
Ci sono anche momenti trash con gatti mangiati e dita staccate, ma nell’insieme il film è poetico, dolce ed emozionante al tempo stesso.
La recitazione è superba, specialmente Elisa (Sally Hawkins) che non potendo parlare delega tutto agli occhi e alla mimica. Molto bravo anche l’antagonista Michel Shannon (II) nella parte di Strickland. Decisamente un film da non perdere!