Torino Film Festival “La cordillera” di Santiago Mitre

the_summit_2_h_2017di Gianni Quilici

In un hotel isolato sulla cordigliera andina si svolge un summit dei capi di Stato latino-americani per dettare le regole di un nuovo accordo petrolifero, ma tra le pieghe, si insinuano sornioni e prepotenti gli interessi statunitensi e gli intrecci che questi stanno tramando.

Protagonista centrale il presidente argentino  Hernán Blanco, poco considerato dagli avversari tanto da essere etichettato da certa stampa praticamente invisibile e che si trova sul capo la minaccia di uno scandalo da parte dell’ex genero su dei finanziamenti occulti ricevuti dal suo raggruppamento .

All’inizio sembra un film politico, ma via via emerge con forza l’aspetto esistenziale, non solo a livello psicologico, ma anche psicoanalitico, perché evoca drammi, senza esplicitarli chiaramente, fantasmi profondi che non capiamo bene se immaginati o reali.

A quel punto La cordillera diventa un thriller dove i due livelli politico e esistenziale,  si incontrano, con grande efficacia narrativa e implacabilmente morale, in Hernán Blanco e noi spettatori capiamo, anzi meglio intuiamo, cosa si nasconde dietro il suo volto, dentro la sua maschera.

Ricardo Darin riesce a trasmettere le sfumature giuste a un personaggio complesso, apparentemente dimesso in realtà ambizioso e determinato, mentre il paesaggio nudo e solitario, tortuoso e inquietante della Cordigliera rappresenta efficacemente, anche simbolicamente, la profondità della storia.

La cordillera  di Santiago Mitre  con Christian Slater, Elena Anaya, Ricardo Darín, Daniel Giménez Cacho, Paulina García. Argentina, Francia, Spagna, 2017, durata 114 minuti.


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