“A casa nostra” di Lucas Belvaux

A_Casa_Nostra_Emilie_Duquenne_in_una_scenanota di Gianni Quilici

“Chez nous” in italiano “A casa nostra” è un film che a me pare sociologicamente e, in questo caso, politicamente importante. Come è notorio rappresenta, sotto altri nomi, il Front National francese e la sua leader Marine Le Pen. Ne  rappresenta la doppia faccia: quella superficiale di chi vuole “ripulirsi” il volto nelle forme e nel linguaggio dal passato fascista; l’altra, quella vera, feroce, oltre che nella ideologia, nello strumentalizzare la candidata sindaco, una giovane infermiera della zona di Pas de Calais, gentile e benvoluta dalla gente, ma ingenua politicamente.

Questa ambiguità Lucas Belvaux la trasmette esplicitamente, senza però ridicolizzare il Front National, né la sua leader, ma filtrandola dentro la campagna elettorale e le vicende private che ad essa si intrecciano. Soprattutto tramite il medico, magnificamente interpretato da André Dussollier,  paterno nel convincere la ragazza a candidarsi, ma anche risoluto, minaccioso fino alla ferocia.

E’ nel rapporto con le vicende private, che il film  non è all’altezza. La storia d’amore della protagonista con l’insegnante di calcio di suo figlio, nonché di notte partecipe a spedizioni punitive xenofobe, rimane alla superficie.

Il finale lapidario è tanto improvviso quanto fragile. Sembra quasi che il regista abbia cercato un pretesto per mettere la parola “fine”. Un pretesto appunto, che non lascia risonanze, un’eco che possiamo portare con noi.

A casa nostra di Lucas Belvaux. con Émilie Dequenne, André Dussollier, Guillaume Gouix, Catherine Jacob, Anne Marivin.  Francia, Belgio, 2017, durata 117 minuti


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