“Il cliente” di Asgar Farhadi

faradidi Gianni Quilici

Finisce il film. Rimango sulla poltrona. Meditabondo. Sono sorpreso da due immagini finali inaspettate, anche se apparentemente non hanno niente di trascendentale: di lui (Emad), di lei (Rana); e dalla musica che accompagna i titoli di coda. Il cliente è un film psicologicamente e ideologicamente spietato e queste due immagini di lui e poi di lei con i volti stravolti, che vengono truccati per l’inizio dello spettacolo teatrale di Arthur Miller Morte di un commesso viaggiatore, sono geniali. Ti dicono implicitamente non se “il cliente” vivrà o morirà, ma ciò che questo fatto ha lasciato nelle loro vite, con una musica appropriata come contrasto.

Allora rimanere seduti e meditabondi sulla poltrona con gli occhi fissi allo schermo, senza vederlo, diventa una necessità. La necessità di lasciare vivere le emozioni e i pensieri che la visione ha raccolto.

Il cliente è un film spietato, la spietatezza  della profondità, che diventa oggettivamente generosa, perché ti consente  di comprendere ciò che non viene detto, ma mostrato: una coppia di giovani attori attraenti e  bravi, una aggressione a Rana, che la rende ossessivamente insicura, la ricerca dell’aggressore, il “cliente” appunto, e, infine, la vendetta di Emad.

Asgar Farhadi è un notevole scrittore, è sufficiente aver visto alcuni dei suoi film (About Elly, Una separazione, Il passato) per non averne alcun dubbio ed inoltre, e non a caso, la sua sceneggiatura è stata premiata a Cannes,

E lo è, perché, attraverso svolte narrative progressive, drammatiche e insieme motivate, rappresenta la bellezza e la miseria dell’agire umano con una ferocia che colpisce il suo stesso ambiente, il mondo degli artisti e degli intellettuali iraniani, rappresentandone il maschilismo e, anche, il perbenismo latente; adombrando insieme anche la subalternità culturale e psicologica delle classi popolari.

Il suo cinema, pur essendo complesso e stratificato, è tuttavia per molti, perché filma le passioni, avvincendo, legandoti alla storia.

Tutti bravissimi gli attori, e in particolare  Shahab Hosseini, premiato a Cannes come migliore attore protagonista, perché scolpisce un personaggio lucido, irruento e implacabile dalle molte sfumature.

IL CLIENTE

Un film di Asghar Farhadi.

Con Shahab Hosseini, Taraneh Alidoosti, Babak Karimi, Farid Sajadi Hosseini, Mina Sadati.

durata 124 min.


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