Un film con almeno due livelli di lettura.
Il livello psicologico, quello della storia, dei rapporti interpersonali, delle dinamiche sottili che percorrono i personaggi e che con essi mutano.
Il livello metaforico, perché ognuno di questi personaggi rappresenta o può rappresentare una tipologia psicologica e ideologica presente in Cina oggi.
Tao, la ragazza e forse la protagonista principale del film, è riuscita ad integrarsi al nuovo corso consumista distruttivo, rimanendo tuttavia legata alle tradizioni, perché in lei gli affetti interpersonali sono molto interiorizzati..
Lianzi, l’amico, che lei non ha scelto come sposo, è la Cina delle miniere obsolete travolta da un’industrializzazione selvaggia, della quale è rimasto vittima: malato e senza soldi per potersi curare.
Zhang, l’amico che Tao ha invece scelto come sposo, è il capitalista cinico e autoritario con un mito: fare soldi. Volerà in Australia, non riuscendo però ad integrarsi neppure linguisticamente, ricco, ma solo e isolato in conflitto con il figlio, che aveva portato con sé, sottraendolo alla madre.
Dollar, il figlio, è il futuro ed è il personaggio forse più vitale, perché più contraddittorio. In conflitto con un padre, la cui autorità non sopporta più, e diviso tra un Paese che percepisce come straniero e una fortissima, ma confusa nostalgia delle radici cinesi e dalla madre, che aveva appena vissuto da bambino per pochi giorni.
E’ quindi un film che va oltre la storia, perché i personaggi rappresentano dall’interno la violenta, rapida e caotica trasformazione della Cina.
E Jia Zhang-Ke, regista di un grande film come Still Life, lo realizza con leggerezza, evitando la cronologia della storia, inserendo i suoi personaggi in tre blocchi storici: il passato (il 2000), il presente del film (2014), il futuro ( 2024).
Ed è infine un film poetico, per la sottigliezza dei personaggi e delle situazioni (si pensi al rapporto tra il ragazzo e l’insegnante di cinese, la loro storia edipico-amorosa, trattata con acuta delicatezza), per la musica che sottolinea, senza invadere, per le inquadrature (fuoco-sfuocato come sottolineatura di rapporti psicologici), e infine perché fa parlare l’immagine attraverso i silenzi, le parole appena accennate, gli sguardi.
Un film di Jia Zhang-Ke.
Con Zhao Tao, Yi Zhang, Jing Dong Liang, Zijian Dong, Sylvia Chang. Titolo originale Shan He Gu Ren.
durata 131 min. – Cina, Francia, Giappone 2015.