E’ un film narrativo che evita l’intreccio di tipo naturalistico, perché elimina ciò che è scontato e che rischia di essere melodrammatico. Elimina, per esempio, il momento in cui Kolia, il protagonista, scoprirà il tradimento della moglie con l’amico avvocato, di cui rappresenta solo gli effetti. E scolpisce con notevole sottigliezza le psicologie dei vari personaggi, anche quelli assolutamente secondari, mostrandone, senza prevaricazioni registiche, la violenza e le debolezze, la solitudine e i loschi calcoli, la rabbia e l’impotenza.
E’ un film politico, che diventa potente atto di accusa contro l’intreccio di potere politico ed insieme poliziesco, giudiziario e ecclesiastico, che si attua spietatamente contro il protagonista, in una remota località marina nel nord della Russia, ma che si allarga all’intera Russia di Putin e alla sua storia, senza tralasciare il popolo connivente o rassegnato o comunque vinto, che sfoga il suo malessere nella vodka .
E’ infine un film simbolico di un grande regista, Andrei Zvyagintsev (si ricordi Il ritorno, Leone d’oro a Venezia nel 2003 ), che diventa epico, perché la forza diretta e al tempo stesso distaccata della rappresentazione viene incastonata in un paesaggio grandioso e inquietante, desolato e muto tra relitti di un’altra epoca ( imbarcazioni sventrate e case distrutte) e relitti di esseri viventi ( lo scheletro gigantesco di una balena come Leviathan reale e simbolico), in una visione della vita prosciugata da ogni speranza.
L’inizio della storia: Il meccanico Kolya vive con la seconda moglie Lylia e il figlio adolescente nella casa paterna in una sperduta cittadina costiera sulla costa del Mare di Barents, ma il corrotto e prepotente sindaco della zona, grazie alla connivenza dei giudici locali e della polizia, pretende di far sua casa e terreno a prezzo irrisorio con una costrittiva ingiunzione di vendita. Kolia, ex-militare e uomo dal temperamento violento e coriaceo, non lo accetta e in suo aiuto arriva un amico, avvocato di Mosca…
Un film di Andrei Zvyagintsev.
Con Aleksey Serebryakov, Elena Lyadova, Vladimir Vdovichenkov, Roman Madyanov, Anna Ukolova.
durata 140 min. – Russia 2014.