T. F. F. 2015. “In fabbrica” di Francesca Comencini

in-fabbrica-locandina-lowdi Gianni Quilici

Il film In fabbrica di Francesca Comencini, presentato a Torino Film Festival, ha un grande pregio e un limite.

Il pregio di ricostruire con materiale d’archivio della Rai e Aamod e con la voce fuori campo limpidamente giusta della stessa regista la vita che si viveva in fabbrica negli anni che dai ’50 arrivano fino alla fine dei ’60.

In fabbrica mostra immagini indimenticabili, che, pur sotto uno sguardo populista, evidenziano la realtà delle cose: le mani, i volti e i corpi di quelli che lavorano, la loro ingenua disponibilità, la ferocia della catena di montaggio, l’ondata migratoria che accorre a Torino per l’apertura dello stabilimento Fiat di Rivalta, la gente che dorme alla stazione di Porta Nuova, il lavoro minorile; e come contrappunto la riscossa dell’ondata del ’68, i picchetti operai ripresi dall’interno, il comizio lucido, appassionato e intransigente di un operaio Fiat fino alla sconfitta della cosiddetta marcia dei “40mila” colletti bianchi della Fiat.


in fABBIl grande pregio nasce dalla qualità delle immagini, che ci fanno “vedere” e  “sentire” ciò che il tempo consuma e allontana; e cioè che molta della ricchezza italiana rubata dalla corruzione e da sprechi immani è stata prodotta da uomini e donne che hanno lavorato spesso in condizioni disumane e con salari indecenti.

Ciò che costituisce invece il limite del film è che non c’è quel processo che ha portato oggi al Jobs Acts, con tutte le conseguenze e a nuove, inedite forme di lotta,  in un quadro sociale e tecnologico molto diverso da allora.

Francesca Comencini  alla fine va a intervistare operaie e operai di una fabbrica di un oggi, che però è già un ieri, essendo il film del 2007. Tutto bello pare. Non c’è più la catena di montaggio, un operaio può realizzare una parte del processo produttivo, gli immigrati appaiano integrati, problemi particolari sembra non ce ne siano.

Forse il filmato sulla classe operaia di questi tempi deve essere ancora fatto. Molto materiale esiste sia cinematografico che televisivo. Ed anche pregevole. Ma con l’avvento di Renzi la situazione è mutata e sta rapidamente cambiando. Un documento che raccolga e interpreti cinematograficamente questo divenire sociale è urgente e al tempo stesso possibile. Urgente, perché la questione operaia e, con tutti i limiti,  il sindacato, sono uno degli ultimi baluardi della democrazia e di un po’ di giustizia sociale. Possibile, perché esiste molto materiale vivo.

IN FABBRICA di Francesca Comencini. Documentario, durata 74 min. – Italia 2007.


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