Chiara Malta ha creato, con la collaborazione di Sébastien Laudenbach (animazione) e di Olivier Mellano (chitarra elettrica), una bella sigla della durata di circa un minuto e mezzo per il festival di Pesaro 2015.
Pochi segni luminosi colorati appaiono, si muovono, scompaiono, poi si compongono e, sparito il disegno, si vede una figura femminile reale, esotica e fiabesca, che cammina nel folto di un bosco. Ed ecco che appare un personaggio ragazzino misterioso, con il volto coperto da una maschera con tre occhi; egli si rivela poi come un fanciullo biondo, un angioletto, che mostra alla donna uno specchio oscillante: in questa oscillazione, l’immagine femminile riflessa è quella di una bambina. Stacco sul volto del bimbo, che, inaspettatamente, fa la linguaccia e poi si volta e corre via, sparendo nei segni che avevamo visto all’inizio.
E’ la fascinazione del cinema, che con un sortilegio ti cattura, ti porta lontano e dentro di te, nella tua storia; ti fa ritornare bambino e si prende gioco di te; ti fa sognare, con l’ambiguità che ciò comporta nella presa sulla realtà.