Youth è un film che si lascia guardare con piacere e ci lascia con l’impressione di valere il costo del biglietto grazie soprattutto alla grande maestria tecnica del regista e dei suoi collaboratori, primi fra tutti il tecnico della fotografia Luca Bigazzi e il soundtrack di David Lange.
Sorrentino con la macchina da presa è, come sempre impeccabile, anche se tende a ripetersi ed autocitarsi, per cui si ha a volte l’impressione di vedere un seguito di “La grande bellezza”. Le grandi performances degli attori sono praticamente scontate visti i nomi del cast. Molte scene sono avvincenti, soprattutto grazie alla nota abilità di Sorrentino di infilare nella sceneggiatura battute folgoranti, che prima o poi, quasi sicuramente, costituiranno un libro di aforismi presentato in TV da Augias o da Fazio. Che cosa c’è che non va, allora, in questo film, che cosa non convince?
Non convince il fatto che, spacciandosi per film d’autore, è in realtà un prodotto costruito per il mercato internazionale, con un target “medio-colto”, il fatto, cioè, che pretenda di veicolare chissà quali messaggi filosofici ed esistenziali mentre invece racconta solo una storia artificiale e improbabile, costruita artificialmente e infarcita di stereotipi (l’ex direttore che dirige il concerto delle mucche, la figlia che rinfaccia al padre in un solo colpo trent’anni di malefatte familiari, la vecchia attrice che attraversa il mondo per rinunciare alla partecipazione ad un film causando un suicidio impulsivo, la vecchia moglie chiusa in casa di riposo per una demenza parkinsoniana, il pellegrinaggio sulla tomba di Strawinski etc. etc.).
Perfino l’ambientazione è scontata e l’enorme e lussuosa Spa non fa che ingigantire i suffumigi Felliniani di 8 e ½, certe intuizioni acquatiche di Greenaway, tutta la lunga serie dei film ambientati nei grandi alberghi.
In sintesi l’operazione è furbetta, ed invece di un’ispirazione originale siamo di fronte già ad un film di maniera, autoreferenziale e fine a se stesso. Solo un film, dunque, sia pure piacevole. Giustamente ignorato a Cannes dalla giuria diretta dai fratelli Coen, probabilmente si rifarà col mercato americano, soprattutto per gli aspetti tecnici e le interpretazioni.
Si consiglia vivamente Sorrentino, per il proseguo della sua splendida carriera, di trovarsi dei co-sceneggiatori che insufflino nuova linfa vitale alla sua ispirazione.
Regia Paolo Sorrentino
Sceneggiatura Paolo Sorrentino
Fotografia Luca Bigazzi
Montaggio Cristiano Travaglioli
Musiche David Lang
Scenografia Ludovica Ferrario
Costumi Carlo Poggioli
Trucco Maurizio Silvi
Interpreti e personaggi
Michael Caine: Fred Ballinger
Harvey Keitel: Mick Boyle
Rachel Weisz: Lena Ballinger
Paul Dano: Jimmy Tree
Jane Fonda: Brenda Morel
Mădălina Diana Ghenea: Miss Universo
Paese di produzione Italia, Francia, Svizzera, Regno Unito
Anno 2015
Durata 118 min