di Gianni Quilici
Mi succede talvolta di fronte a un film di trovare fastidio. Non la noia, il fastidio.
Mi è successo di fronte a “Tre cuori”.
Accettabile l’inizio. Lui parigino, Marc, ispettore delle imposte, rimasto intrappolato in una cittadina di provincia con i locali che stanno per chiudere, quasi nessuno in giro, sta consumando l’ultimo sorso di una bibita , il volto tra l’annoiato e il disperato riflesso nello specchio del banco del bar, quando incontra casualmente Sylvie, a cui chiede indicazioni per un hotel, e finisce per accompagnarsi con lei fino al punto che decidono di rivedresi , tra qualche giorno a Parigi, senza però scambiarsi cellulari, nomi e indirizzi
Banale il rapporto tra Marc e colei che diventerà la moglie, Sophie, un rapporto eroticamente affettuoso, ma di mutua assistenza, senza un dialogo che scopra chi è l’uno e chi è l’altro.
Insopportabilmente patetico il deragliamento psico-fisico di Marc, quando scopre che l’amatissima sorella di Sophie non è niente altro che la bella sconosciuta, che non aveva potuto incontrare a Parigi per un improvviso malore. Insopportabile, perché questo amour fou non è motivato nel loro primo e unico incontro. E Marc come personaggio, ed anche come attore, non ha la vitalità o il fascino misterioso, che anche il semplice colpo d’occhio può causare. Bella differenza, viene da pensare, rispetto a Prima dell’alba di Richard Linklater dove c’è una continua, viva reciproca scoperta e invenzione ! Il finale è poi sorprendentemente ridicolo sia nell’aspetto drammatico che in quello sognante.
La sequenza più riuscita è la corsa in macchina di notte nella cittadina deserta, in cui il desiderio rompe ogni precauzione, intrecciandosi però alla sofferenza del tradimento, soprattutto di Sylvie verso la sorella.
Il cast composto da alcune tra le migliori attrici francesi viene utilizzato malamente. Soprattutto Catherine Deneuve si è trovato nei panni di una mamma senza una precisa identità.
TRE CUORI / Titolo originale: 3 coeurs / Regia: Benoît Jacquot / Sceneggiatura: Benoît Jacquot, Julien Boivent / Fotografia: Julien Hirsch / Montaggio: Julia Gregory / Scenografia: Sylvain Chauvelot / Musica: Bruno Coulais / Interpreti: Benoît Poelvoorde, Charlotte Gainsbourg, Chiara Mastroianni, Catherine Deneuve / Produzione: Rectangle Productions / Distribuzione: BIM Distribuzione / Paese: Francia, Belgio, Germania, 2014 / 100 minuti