La quasi totale freddezza verso la morte di Tadeusz Konwicki, avvenuta a Varsavia lo scorso 7 gennaio, la dice lunga sul recidivo “provincialismo” della stampa italiana e, nello specifico, dell’informazione (e della critica) letteraria e cinematografica.
Nato nel 1926 a Nowa Wilejka, vicino Vilnius capitale oggi della Lituania , Konwicki è diventato scrittore scomodo già con il suo primo romanzo Le paludi che lo portò ad allontanarsi dal dogma del socialismo reale. Nonostante l’accanimento della censura nei suoi confronti, molto letto fu Dziura w niebie, romanzo del 1959 che si caratterizza anche per il suo alto stile poetico e onirico. Con gli anni Konwicki diventa un autore sempre più dissidente verso la nomenclatura del suo Paese e sostenitore del movimento operaio che si opponeva al regime comunista. Solo dopo il 1987 i suoi romanzi non saranno più pubblicati clandestinamente.
In un paese dove il cinema si è sempre caratterizzato per il suo legame con la letteratura, non poteva accadere che Konwicki non avesse anche un rapporto felice con la settima arte. Dopo una non felice collaborazione con Jan Koecher e Stanislaw Lenartowicz, nel 1958 girò il suo primo (e più conosciuto) lungometraggio L’ultimo giorno d’estate, che venne premiato a Venezia e narra di un uomo e una donna che si ritrovano su una spiaggia deserta e, malgrado un’attenzione reciproca, non sono capaci di vincere le loro paure del recente passato. Dei suoi colleghi registi contemporanei (Wajda, Munk…), Konwicki si distingue per un approccio con la macchina da presa più intimista e spirituale.
Il suo capolavoro lo gira nel 1965 con Salto che, rispetto a tutte le altre produzioni, presenta toni più sarcastici. Andrzej Waida tuttavia sarà colui che contribuirà alla fortuna nel cinema dello scrittore-regista, nel 1987 porterà sullo schermo del suo caro amico il romanzo Cronache di avvenimenti amorosi.
Un’altra delle opere letterarie di Konwicki, La piccola apocalisse, avrà una versione cinematografica nel 1993 per mano di Costa-Gravas. Nel 1989 realizza il suo ultimo film , Lawa con cui sovverte le pagine di un classico della letteratura polacca, Aieux di Adam Mickiewicz e inserisce, inoltre, delle immagini documentaristiche sul ghetto di Varsavia e sul massacro avvenuto nella foresta Katyn del 1940 in cui vennero giustiziati più di 22 prigionieri polacchi.