“Locke” di Steven Knight

lockdi Gianni Quilici

E’ un film che mi ha sorpreso. Immaginate di realizzare una pellicola con un solo protagonista costantemente alla guida di una macchina con le luci della notte che filtrano dal finestrino attorno a cui si intravvedono lampioni, cartelli stradali, altre vetture in corsa…

Ci vuole una  sceneggiatura notevole ed un attore in grado di trasmetterla per tutto il tempo.

E’ ciò che è riuscito a fare Steven Knight (sceneggiatore di Piccoli affari sporchi di Stephen Frears e de La promessa dell’assassino di David Cronenberg (2007), al debutto come regista con Redemption – Identità nascoste) scrivendolo e girandolo: 85 minuti di ripresa quasi in tempo reale vissuti tutti dentro un’auto in corsa, di notte, con un solo uomo al volante. Non un film d’azione o sulle auto ma un potente dramma individuale. Il copione è stato recitato tutto in una volta, girato in otto sere, grazie anche ad un attore formidabile, Tom Hardy.

In che modo ci è riuscito?

Drammatizzando la corsa di Ivan Locke, capo cantiere presso un’importante ditta di costruzioni, che sale in auto verso non si sa dove e inizia a fare una serie di telefonate a Bethan, la donna che lo aspetta in sala parto; alla moglie Katrina e al figlio, che lo attendono come ogni sera a casa; a Donal, un suo sottoposto, che incarica di lavorare al suo posto in una sfida coraggiosissima, perché la sua vita rischia di andare tutta in frantumi.

Questa tensione altamente drammatica, costantemente al limite, telefonata dopo telefonata, perché  piena di  problemi e di contraddizioni stringenti è sostenuta, come raramente oggi succede, da una fortissima tensione morale, di chi ha assunto su di sé tutte le responsabilità e cerca disperatamente di uscirne, senza tradirne alcuna.

Non ci sono effetti speciali, spettacolarizzazione con musiche e montaggi. E’ la realtà stessa in cui il protagonista è invischiato, sono i ricordi che affiorano del suo rapporto pesante col padre, che rendono Locke un film senza un attimo di respiro e allo stesso tempo pensante, di un pensiero che vive la propria responsabilità personale con tutti i rischi che questo comporta.

Tom Hardy è qui attore strepitoso, perché assume, nel suo volto forte e barbuto, generosità e coraggio, dolore e determinazione in una performance prolungata quindi ancora di più difficoltosa.

LOCKE

Regia Steven Knight

Attore:  Tom Hardy

Soggetto Steven Knight

Sceneggiatura   Steven Knight

Fotografia Haris Zambarloukos

Montaggio Justine Wright

Musiche    Dickon Hinchliffe

Costumi    Nigel Egerton

Paese di produzione   Stati Uniti d’America, Regno Unito

Anno 2013

Durata 85 min


Lascia un commento