“Giorgio La Pira. La Concretezza dell’utopia” di Vanessa Roghi.

lapiradi Mimmo Mastrangelo

La causa di beatificazione del grande “sindaco-santo” di Firenze Giorgio La Pira è iniziata nel 1986 e testimonianze, scritti, documenti sono ancora al vaglio della Congregazione delle Cause dei Santi. Non poteva non  concludersi  che con questo riferimento  Giorgio La Pira. La concretezza dell’utopia il documentario della regista e docente universitaria   Vanessa Roghi, che è stato proposto proposto  il due ottobre su Raitre (22.50).

Presentato la settimana scorsa in anteprima nel salone del Cinquecento di Palazzo  Vecchio a Firenze, il lavoro della Roghi apre la porta di  quella decorosa e ricca stanza che è stata la vita di La Pira nato a Pozzallo in provincia di Ragusa nel 1904 da una famiglia di umili condizioni. A Firenze si trasferirà nel 1926 dove prenderà la laurea ed inizierà il suo percorso politico. Sarà un padre Costituente, parlamentare per la Democrazia Cristiana nel 1948 e tre anni dopo La Pira diverrà “il sindaco più  amato dai fiorentini”.

Della politica dirà: “Non si dica  quella solita frase poco seria: la politica è una cosa brutta: No: l’impegno politico è un impegno di umanità e santità. È un impegno che deve poter convogliare verso di sé gli sforzi di una vita tutta tessuta di preghiera, di meditazione, di prudenza, di fortezza,, di giustizia e di carità”.

Tra le testimonianze del documentario  quelle di Vittorio Citterich, Fioretta Mazzei, Amintore Fanfani, Ettore Bernabei, Ernesto Balducci e del Cardinale Silvano Piovanelli. Dei tanti  impegni politici e civili del sindaco fiorentino, la Roghi si sofferma in particolare sulle sue battaglie  a favore dell’obiezione di coscienza che ai tempi in Italia era ancora illegale e, non per caso, nel 1961 il sindaco  finì davanti un giudice per aver presentato in una sala fiorentina il film di Claude Autant Lara “Non uccidere” dove il protagonista  (un giovanissimo Laurent  Terzieff), chiamato alla leva militare, si rifiuta di indossare  la divisa. Secondo il politico tedesco di radici ebraiche, Nahum Goldmann  “fu un giusto”  Giorgio La Pira il quale – da terziario francescano, docente universitario, pacifista, sindaco, pacifista – seppe veramente dare concretezza all’ utopia di un mondo più giusto e libero, ad “una strategia politica  tesa a definire un nuovo modello di sviluppo”.

Morì a Firenze nel 1979, nell’ omelia dei funerali il Cardinale Giovanni Benelli  affermò “Tutto si può capire di La Pira con la fede, niente di può capire di lui senza la fede”.


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