Dietro al marchio John Snellinberg, che sa tanto del nome di quei commissari dei polizieschi anni settanta, si nasconde un collettivo indipendente di filmaker pratesi che affonda le radici nella tradizione della commedia toscana e si è già distinto qualche anno fa con il film “La banda del brasiliano”, il quale rileggendo un certo cinema di genere (sempre anni settanta), regala un’ironica, dissacrante, impietosa lettura sullo stato in cui versano i nostri trentenni.
Dalla prossima settimana al Roma Film Indipendente (e dal 20 maggio nelle sale) l’allegra brigata John Snellinberg presenta il nuovo lavoro (pure questo girato a costi bassissimi) “Sogni di gloria” con cui – dicono gli stessi autori – “ci siamo voluti riallacciare idealmente alla tradizione dei film ad episodi della commedia italiana del passato, senza la pretesa di citarli o evocarli, ma con l’obiettivo di recuperarne il tono agrodolce”.
Infatti, il film è composto da due episodi e i due protagonisti degli stessi hanno lo stesso nome: Giulio. Il primo Giulio è un ragazzo trentenne ( amareggiato per la sua perenne condizione di precario) che viene convinto da un suo amico anarchico a sbattezzarsi. Solamente che la decisione di Giulio va a cozzare con il forte sentire religioso dei suoi familiari i quali metteranno su un piano per farlo desistere ad ogni costo.
La storia del secondo episodio è quella di Giulio (ma il suo vero nome è Kan), uno studente cinese fuori corso che vive in Italia da anni e fa amicizia con Maurino (Carlo Monni, che era straordinario anche ne “La banda del Brasiliano) un vecchio giocatore di carte che lo instrada al piacere del gioco e lo forgia alle insidie della vita.
“Ci è costato tre anni di lavoro questo film – dichiarano ancora i componenti del collettivo John Snellinberg – è un’opera sulla speranza, ma soprattutto è il racconto di eventi che accadono attorno a due personaggi che hanno diverse cose in comune, oltre al nome”.
Inoltre “per questo nostro secondo lungometraggio abbiamo puntato su un gruppo eterogeneo ed affiatato di attori con la convinzione che la diversa provenienza artistica dei singoli avrebbe arricchito il film, assecondandone i cambi di registro”.
Cosi accanto a Carlo Monni e Giorgio Colangeli recitano attori professionisti, ma anche attori non professioni che hanno lavorato altre volte con il collettivo toscano, come lo scultore cinese Xiazhong Zhang, il punker pisano Dome La Muerte, e lo storico tastierista dei Calibro 35 Enrico Gabrielli.