“Goltzius and the Pelican Company” di Peter Greenaway

imagesdi Maddalena Ferrari

Dopo un film dedicato a Rembrandt ed alla sua “Ronda di notte”, Greenaway si accosta ad un altro artista figurativo, l’incisore olandese barocco Hendrik Goltzius, il quale rivolge a noi il suo volto e ci parla, con un atteggiamento scanzonato, che sottende un fondo di humour nero, delle sequenze erotiche escogitate per rappresentare 6 tabù sessuali; sono tutti episodi biblici: Adamo ed Eva ( fornicazione), Lot e le figlie ( incesto ), Davide e Betsabea ( adulterio ), Putifarre e la moglie ( pedofilia ), Sansone e Dalila ( prostituzione ), Salomè e Giovanni Battista ( necrofilia ).

Siamo tra cinque e seicento ed il Margravio d’Alsazia accetta un contratto con l’artista: diventerà l’editore dei libri da lui illustrati e in cambio Goltzius metterà in scena con degli attori una serie di storie erotiche del Vecchio Testamento, coinvolgendo nella rappresentazione lo stesso Margravio. Greenaway torna alle sue origini: il suo primo lungometraggio, I misteri del giardino di Compton House” titolo italiano, raccontava del contratto di un disegnatore e, oggi come allora, il regista affronta il problema della mercificazione dell’arte e del sesso.

Gli episodi sono narrati, mostrati, visti, vissuti. E mentre il narratore racconta, ironico e distaccato, le scene ( teatro ) si vanno sempre più fondendo con la realtà.

E’ una rappresentazione di rappresentazioni, che non reggono però in quanto tali; tutto precipita in un groviglio di peccato, sangue e sesso. Greenaway vuole andare oltre il teatro e il cinema, per dare valore allo sguardo; l’arte è per essere guardata e il sesso è l’impulso che la ispira.

Le inquadrature sono come opere pittoriche, nello stile dei dipinti d’epoca, ma il regista usa costantemente effetti grafici computerizzati.

L’ambientazione è un falso ed è ottenuta grazie alla tecnologia digitale, che trasforma l’interno di una vecchia fabbrica dismessa nella corte barocca dell’Alsazia.

Il quintetto d’archi “Architorti” di Marco Robino, che collabora con il regista dal 20004, crea un sottofondo estraniante.

Goltzius and the Pelican Company


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