Il primo lungometraggio di Manfredi Lucibello ( classe 1984 ) è un film che cerca, scopre, mette in movimento. E ti fa scontrare con uno dei tanti misteri italiani irrisolti: il disastro del Moby Prince, il traghetto che, partito da Livorno la sera del 10 aprile del 1991 e diretto a Olbia, si scontrò con la petroliera Agip Abruzzo, incendiandosi e causando la morte di 140 persone.
L’inchiesta e il processo si sono conclusi senza appurare nessuna responsabilità. Nessun colpevole. E nessuna chiarezza sul perché e sul modo in cui è avvenuto il fatto. A partire da qui Lucibello mette insieme una gran quantità di materiale audiovisivo, selezionato da ciò che ha raccolto attraverso una ricerca di tre anni. Questo materiale, a partire dalla registrazione dei messaggi radio di quella sera, che creano da soli un forte effetto di immaginazione e di emozione, ci fa scontrare con i fatti, senza bisogno di spiegazioni o di voci narranti. Gli interventi esterni sono limitati: in particolare, le dichiarazioni di due rappresentanti dei familiari delle vittime, Angelo Chessa, figlio del comandante Ugo Chessa, morto quella sera insieme alla moglie, e Loris Rispoli, fratello di Liana, deceduta anche lei nel rogo.
Loro, dice il regista, “sono la memoria storica di questa vicenda”.
I filmati sono tratti dall’archivio RAI, da quelli delle TV locali ed anche da quello del tribunale ( in questo caso a prezzo di lunghe trafile burocratiche ): video istituzionali ed amatoriali, anche uno realizzato da una delle vittime. E poi ci sono le riprese attuali, che perlustrano il vecchio porto di Livorno, i canali e i ponti, che danno spessore storico al luogo del fatto.
Il film procede teso e coeso e, accumulando notizie, indizi, collegamenti, ci porta in un intrigo politico-poliziesco inquietante, ponendo in modo incalzante domande su domande, che rimangono senza risposta. Emergono stranezze ed incongruenze: materiale di volta in volta mancante o aggiunto nel corso dei diversi sopralluoghi sulla nave; l’esplosivo militare semtex, trovato a bordo del relitto; il presidente del tribunale ( condannato, apprendiamo in margine. in via definitiva per corruzione, in altro contesto ), che si preoccupa di dichiarare più volte l’estraneità alla vicenda dell’armatore, che non è citato nel procedimento; comportamenti strani degli americani della base di Camp Derby; la nave portata a rottamare in un porto della Turchia, dove la ‘ndrangheta porta le imbarcazioni con rifiuti tossici…
Il film è destinato ad avere un seguito di interrogativi e discussioni; è successo all’Odeon, dopo la proiezione, e succederà altrove. In quella sede,il regista, il produttore, Chessa e Rispoli hanno chiarito l’imput dell’operazione, il suo scopo e quanto di inquietante c’è dietro non solo alla tragedia, ma anche al modo con cui è stata gestita; nell’auspicio che si muova qualcosa a livello istituzionale.
Centoquaranta – La strage dimenticata
Un film di Manfredi Lucibello
Documentario, durata 74 min. – Italia 2013.