La storia: una studentessa fragile e bellissima, che fa l’escort per pagarsi gli studi; un professore universitario, che dimostra sin da subito grande interesse nei confronti della ragazza e un fidanzatino gelosissimo fino alla nevrosi…
Qualcuno d’amare di Abbas Kiarostami delinea progressivamente tre personaggi in profondità attraverso le vicende di una giornata.
Lei è un’adolescente sensibile, fragile, manovrata, perché incapace o impossibilitata a capirsi e a scegliere. Una vittima insomma.
Il fidanzato concepisce la ragazza come sua proprietà e il matrimonio come risoluzione definitiva ai conflitti continui con lei. E’ inconsapevolmente l’uomo che può uccidere e forse uccidersi per disperazione di essere lasciato o tradito.
Il professore in pensione è la ragione, la cultura, la distanza, che tuttavia si trova perso verso una violenza cieca e brutale. Il bisogno di avere la ragazza non per possederla, ma per proteggerla, per custodirla nasconde la solitudine, il piacere di avere un corpo giovane e bello vicino.
E’ un film vivo e attuale, che ci riguarda da vicino.
Un’indagine sottile sui personaggi, con una metropoli (Tokio) che sta, anonima, sullo sfondo; una violenza latente che esplode in un finale-non finale, che può lasciare perplessi nel suo rimanere apertissimo. Kiarostami lavora sui primi piani dei volti e su dialoghi che informano e rivelano caratteri nelle loro profondità.
Il paesaggio urbano è trattato con una notevole sottigliezza sociologica: nell’andare e venire dei percorsi in auto esso è ossessivamente presente, ma in modo baluginante, quasi inavvertito, anonimo in sé e agli occhi dei protagonisti.
La recitazione, come sempre nei film di Kiarostami, è da cinema verità, ossia naturalmente perfetta, la musica assente.
Il finale è molto discusso in sede critica, perché si interrompe bruscamente proprio nell’acme della tragedia. Il regista ha dichiarato a questo proposito: “La fine del film non è la fine della vicenda. Noi entriamo nella storia e ne usciamo ma la storia non finisce, continua…” E come continua? Si potrebbe chiedere. La risposta che Kiarostami ci dà con il film è chiara. Non importa come finisce.
La tragedia (improvvisa) è già sufficientemente limpida. Tre personaggi. Tre storie. Tre vittime, in modi e con responsabilità diverse. Una impossibilità di incontrarsi in una Tokio anonima, assente.
Qualcuno da amare. Titolo originale: Like Someone in Love
di Abbas Kiarostami