“The Master” di Paul Thomas Anderson

master2di Gianni Quilici

E’ un film coraggioso. Non cerca il consenso facile. Agisce in profondità sui lati oscuri della psiche,  senza dare gratificazioni, suggerendo per questo la sensazione, e su questo si potrebbe discutere, di essere un po’ più lungo del necessario.

La complessità è data soprattutto dal modo come Paul Thomas Anderson delinea  i due protagonisti, ma anche dall’insieme con cui struttura il linguaggio cinematografico: la visionarietà di certe immagini simboliche, il mare continuamente richiamato, la direzione degli attori, la ricostruzione di un’epoca, l’uso della musica.

Lancaster Lodd, the Master, non è banalmente un venditore di fumo,  ma una personalità fortissima capace di assorbire intorno a sé adepti, che lo adorano, con una perentoria abilità ad intuire aspetti psichici profondi degli altri. Nello stesso tempo è anche un debole, intollerante nell’accettare di essere messo in discussione, con problemi sessuali irrisolti.

Freddie Quell è, invece, un soldato reduce dalla Seconda Guerra Mondiale,  ha lasciato la ragazza che crede di amare e, randagio, vaga senza direzione; è affamato di sesso, vorrebbe scopare continuamente, ma non riesce a legare con nessuna, forse della donna ha paura, forse non si ritiene degno, tanto che i suoi approcci sono rozzi e troppo diretti. La donna  può solo immaginarla e modellarla sulla sabbia con tutti gli attributi in evidenza. Inoltre pare vuoto, con poca capacità di concentrazione, tutto istinto. L’alcool da una parte e la violenza fisica dall’altra suppliscono a questa vuotezza.

Finché un giorno, casualmente, Freddie incontra Lancaster Dodd. Costui ha inventato un metodo di introspezione che sperimenta sul disturbato marine, il quale sembra apparentemente trarne giovamento.

In realtà Freddie trova soltanto un’identificazione, l’autorità di cui aveva bisogno, una direzione di marcia. Il suo ruolo sarà punire fisicamente coloro che si permetteranno di criticare il suo Maestro, fino a perdere ogni senso della misura, quando Lancaster verrà prelevato dalla polizia e arrestato.

Questi comunque non riuscirà, come tenterà più volte, a “guarirlo”. Capisce che Freddie non solo non  si è integrato nel gruppo ristretto della setta, ma che anzi  è pieno di odi e di desideri frustrati. Cerca di fargli tirare fuori questi cattivi sentimenti con l’esercizio della verità, realizzato avendo come contraltare l’uomo che più egli odia. Ma Freddie non è capace di rielaborare se stesso, è solo capace di esprimere violenza. Ci sono, infatti, questioni psichiche più strutturali in Freddie, su cui il potere di fascinazione di Lancaster, i suoi esercizi terapeutici niente possono.

The Master, mentre mette in risalto la solitudine di Freddie, di nuovo, diseredato, alle prese con i suoi fantasmi sessuali, rileva più sottilmente l’altra solitudine: quella dell’uomo arrivato professionalmente, Lancaster Lodd. che in un grande salone di un bel palazzo, dietro una scrivania imponente,  certo ricco e riconosciuto, ha fallito con Freddie, la sua cavia, nella sua ambizione più grande, non riuscendo “a domare il suo spirito selvatico e selvaggio” e a dominare ciò che viene “da trilioni di anni di debolezze ed errori”; e dietro lui sembra disegnarsi la figura della moglie (Amy Adams), come vera regista della setta.

Grandiosi i due attori protagonisti: Philip Seymour Hoffman, imponente e tagliante, autoritario e paterno, intollerante e suadente; e Joaquin Phoenix, dinoccolato e ricurvo, imprevedibile e spaesato, vacuo e nevrastenico.

The-MasterTHE MASTER

Regia   Paul Thomas Anderson

Soggetto         Paul Thomas Anderson

Sceneggiatura             Paul Thomas Anderson

Produttore      Paul Thomas Anderson, Megan Ellison, Daniel Lupi, JoAnne Sellar

Fotografia       Mihai Malaimare Jr.

Montaggio      Leslie Jones, Peter McNulty

Musiche          Jonny Greenwood

Scenografia     David Crank, Jack Fisk

Costumi          Mark Bridges

Trucco             Don Rutherford

Interpreti e personaggi

Joaquin Phoenix: Freddie Sutton

Philip Seymour Hoffman: Lancaster Dodd

Amy Adams: Mary Sue Dodd

Laura Dern: Helen

Rami Malek: Clark

Jesse Plemons: Val Dodd

Kevin J. O’Connor: Bill White

Lena Endre: Mrs. Solstad

Ambyr Childers: Elizabeth

Doppiatori italiani

Adriano Giannini: Freddie Sutton

Francesco Pannofino: Lancaster Dodd

Stella Musy: Mary Sue Dodd

Paese di produzione   Stati Uniti d’America

Anno   2012

Durata             137 min


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