di Simona Cappellini
Tra atmosfere anemiche, situazioni surreali che esasperano realtà amorfe e dialoghi taglienti che diventano il tessuto connettivo del film, Cronenberg riesce ancora ad essere in qualche modo disturbante e ad insinuare nello spettatore una sensazione di disagio misto a compiacimento.
Siamo agli inizi del 2000 e un’era sta per concludersi. Entro breve inizierà il crollo del positivismo capitalistico e il liberismo ha i giorni contati.
Packer è un multimilionario individualista di vent’otto anni, che vive circondato dal lusso preoccupandosi di vincere sfide contro lo yen e mantenendo alto il proprio ego e la propria virilità unicamente attraverso il potere del denaro, quel denaro che però “sta perdendo la sua forza narrativa”.
Nella sua improbabile giornata, che ha come obiettivo aggiustare il taglio dei capelli, Packer si ritroverà nel mezzo di una visione sempre più disturbata del futuro, mentre attraversa la città sulla sua ultraccessoriata limousine, tra violente manifestazioni politiche, incontri con strane figure professionali (come la sua “consulente di teoria”), o il funerale di un idolo rap.
Anche questa volta, come in diversi altri film, Cronenberg parte da un romanzo, Cosmopolis di Don DeLillo, incentrato sul crollo spettacolare dell’uomo e di un’era dell’uomo.
Il messaggio sul vuoto esistenziale di un uomo che ha tutto potrebbe far pensare fin troppo facilmente a stereotipi usurati sull’archetipo “wallstreetiano”.
Ma in un mix spiazzante di violenza e umorismo Cronenberg riesce ad aggiunge un tocco di eleganza soprattutto nel modo in cui trasforma le ambientazioni di un mondo vitreo, luminoso, fatto di superfici lisce e immacolate in caos, disordine, sporcizia, degrado. Alternando il distacco con l’immedesimazione nei personaggi – dalla mostruosa “mosca” allo schizofrenico “Spider”- Cronenberg riesce sempre a rivelare la realtà in un modo estremamente realistico, mettendo in evidenza in particolare la solitudine dell’uomo, nucleo tematico ricorrente nei suoi film, anche se visto da una angolatura sempre differente.
Pattinson, perfetto nei panni del cinico, arrogante, pur affascinante broker, è una chiave vincente del film, assieme ad attori del calibro di Juliette Binoche e Paul Giamatti (visto di recente in La versione di Barney).
Anche la musica gioca il suo ruolo – efficace il brano “Mecca” del rapper K’naan, con testo di Don DeLillo – aggiungendo paesaggi sonori tipicamente suburbani che arricchiscono le già ipnotiche atmosfere.
COSMOPOLIS
Regia e Sceneggiatura: David Cronenberg
Attori: Robert Pattinson, Paul Giamatti, Jay Baruchel, Kevin Durand, Juliette Binoche, Emily Hampshire, Mathieu Amalric, Sarah Gadon, Jadyn Wong, Samantha Morton
Fotografia: Peter Suschitzky
Montaggio: Ronald Sanders
Musiche: Howard Shore
Canada, Francia 2012
Durata: 105 Min