di Riccardo Dalle Luche
I contenuti scabrosi di questo film, la storia di un sesso-dipendente nella ricca New York, incapace di relazionarsi con amore, e della sua sorella borderline, che ne hanno condizionato l’alone maudit al festival di Venezia e nel seguito commerciale, ne hanno mascherato in gran parte il valore artistico innovativo.
Shame è infatti uno dei pochi film “d’autore” realizzati negli ultimi anni che quantomeno si pone il problema della possibilità del mezzo filmico di avere ancora spazi evolutivi. Le radici del videoartista britannico (di colore) McQueen consentono infatti di costruire un film fatto di videclip di elevata portata estetica, grazie sopratuttto al sapiente melange di immagini e musica.
L’effetto cercato e raggiunto a pieno è quello straniante: una sequenza di jogging cadenzata dal Bach di Glenn Gould, una riproposizione soggettivizzata della “New York New York” di Liza Minnelli in tono sommesso e tempo rallentato della metà, soundtracks originali sinfonici a commento di scene di sesso disturbato ed estremo.
L’estrema attenzione alle immagini, che mostrano e velano il nudo integrale maschile e femminile a seconda delle esigenze, e la disinvolta interpretazione del nuovo divo Michael Fassbender (lo Jung di “A Dangerous Method” di Cronenberg) , dotato di una straordinaria fisicità unità all’espressività del volto, catalizzano l’attenzione e fanno sopportare alcune leziosità autoriali neo-antonioniane di questo film (inquadrature ferme sui volti, scene di assoluta immobilità etc.).
L’effetto straniante generale è dovuto infine al fatto che si tratta di un film palesemente europeo anche se è girato per le strade e nei lofts newyorkesi.
Insomma non siamo forse di fronte ad un capolavoro ma certamente ad un cinema che esprime potenzialità espressive ed emotive non convenzionali, non troppo-viste, non soporifere: un cinema che non rifà se stesso ma guarda avanti, come guardano tragicamente troppo avanti i due fratelli e tutti gli altri personaggi di questa storia postmoderna di una tristezza tutta molto attuale.