Visto a Viareggio, a Europa Cinema diversi anni fa, rivisto in cassetta oggi.
Non ricordavo che delle sensazioni.
La sensazione di un flusso di sentimenti in fuga, la sensazione di una Parigi in bianco e nero introspettivamente interna alla vicenda, il volto bellissimo, perchè tipico di un’età e di un tempo di Judith Godreche.
Rivedendolo è rimasto il fascino di questa fuga (preveggente) dalla precarietà esistenziale, sentimentale e economica, di cui sono emblemi soprattutto i due protagonisti.
Con un’altra impressione altrettanto forte. La fuga dei personaggi da loro stessi è anche la fuga dello sceneggiatore-regista dai personaggi.
Nel senso che in questa rappresentazione c’è qualcosa di irrisolto, perché indefinito, misterioso anche all’autore stesso.
Perché Loise ama Adrien? Cosa sanno l’uno dell’altro? E cosa vuole Adrien? E Clément, socialmente inserito e capace di assumere scelte che cosa ha compreso di lei (amante) e di lui (figlio)? Certamente esiste tra loro un rapporto sotterraneo, che va oltre le parole, ma di cui tutti sono poco consapevoli.
Questo è il fascino e potrebbe essere, se si vuole, il limite del film.
Però Olivier Assayas non vuole spiegare, lascia che i movimenti psicologici, le scelte pratiche dei protagonisti siano letti anche nella loro indefinitezza. E’ un mondo senza un focus, dove i grandi ideali sono lontani e ci si arrangia come è possibile.
Sequenze da ricordare: gli sguardi tra lui e lei, accarezzati da una macchina da presa, che riesce a trasmettere la magia del desiderio o il provino con il regista con la macchina fissa su di lei, fragile e intimidita in balia di domande persecutorie.
Contro il destino – Paris s’éveille
Regia Olivier Assayas
Sceneggiatura Olivier Assayas
Produttore Bruno Pésery
Musiche John Cale
Interpreti e personaggi
Judith Godrèche: Louise
Jean-Pierre Léaud: Clément
Thomas Langmann: Adrien
Antoine Basler: Victor
Martin Lamotte: Zablonsky
Ounie Lecomte: Agathe
Michèle Foucher: madre di Louise
Paese Francia
Anno 1991
Durata 95 min