“Melancholia” di Lars von Trier

di Maddalena Ferrari

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Un prologo misterioso e minaccioso è seguito da due parti, intitolata ciascuna con il nome di una delle due sorelle protagoniste: Justine e Claire.

E’ un film che affascina e cattura: per quel modo di guardare che, inquieto e mosso, sta addosso ai personaggi, per poi trovare dei momenti di silenziosa riflessione, oppure si allarga in spazi ampi e in tempi distesi; per i dialoghi, così naturali e necessari, ma anche imprevedibili e bizzarri, come lo sono i risvolti delle fasi narrative; per gli interpreti, in modo speciale le meravigliose Kirsten Dunst e Charlotte Gainsbourg; per i colori caldi, che sembrano emanare dalla pelle dei corpi, dei volti e che sono come connaturati agli ambienti di una sontuosa dimora circondata da un parco, anch’esso vivido e smagliante, sia di giorno che nelle notti stellate; per le fluide carrellate dall’alto, che seguono le cavalcate senza meta delle protagoniste e che le fanno apparire e scomparire tra le fronde degli alberi e striature di nebbioline; per la musica, con quelle battute del preludio di  “Tristano e Isotta” di Wagner, che creano tensione e l’aspettativa di insidie o di soluzioni catartiche, sempre sul filo del rasoio.

Ed invece i nodi non si sciolgono mai, si hanno continui differimenti, ostacoli, ritardi (il primo episodio del film racconta di un banale inconveniente all’auto dei novelli sposi, che causa un ritardo di più di due ore al banchetto dove essi sono attesi), rinvii, speranze frustrate. Nessuna tenerezza, nessuna attrazione erotica, che pure appaiono palpitare nella realtà dei rapporti fra i personaggi, danno ristoro, o pacificazione, o trovano il modo di essere dominanti.

La “melancholia” è la malattia di Justine, che spegne ogni fonte di vita in sé e intorno a sé e che contagia la sorella , del cui amore-odio è oggetto; Claire, a sua volta, si fa sempre più devastare dal dolore e dal terrore, di fronte ad una catastrofe imminente. Melancholia è infatti anche il nome di un pianeta, che si sta avvicinando alla terra e non si sa bene se la impatterà o no; incombente lungo tutto il racconto, balza in primo piano nella seconda parte del film. Justine si lascia catturare dal fascino di questo corpo celeste, che sembra si specchi in lei e plachi la sua inquietudine, in un processo opposto a quello vissuto da Claire.

Nel finale apocalittico (ma è realtà o sogno?…) le due sorelle, insieme al figlioletto di Claire, sotto la guida ferma, dolce e autorevole di Justine, aspettano la catastrofe, tenendosi per mano all’interno del “cerchio magico” di una tenda conica simbolica, fatta di semplici rami, poggiati gli uni agli altri.

thumbMELANCHOLIA
Regia: Lars von Trier
Sceneggiatura: Lars von Trier
Fotografia: Manuel Alberto Claro
Interpreti: Kirsten Dunst, Charlotte Gainsbourg, Kiefer Sutherland, Alexander Skarsgård, Brady Corbet, Cameron Spurr, Charlotte Rampling, Jesper Christensen, John Hurt, Stellan Skarsgård, Udo Kier, James Cagnard, Stefan Cronwall
Nazionalità: Danimarca – Svezia – Francia – Germania, 2011
Durata: 136 min.

Mary said,

Ottobre 31, 2011 @ 00:26

miha angosciato…
“il cerchio magico” mi è piaciuto molto!

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