di Mimmo Mastrangelo
Un dolly nel buio della sera. Un movimento di macchina dall’alto verso il basso punta dritto di là dal vetro di una casa di campagna, dove un uomo, lo scrittore Erri De Luca, consuma la cena leggendo una versione spagnola del Don Chisciotte di Cervantes. Finito il pasto, rassetta il fuoco e si mette a letto. Nella notte il sonno dello scrittore napoletano se ne va a cercare ristoro nel sogno. Il sogno che porterà a De Luca il piacere di ritrovare accanto una cara persona che da anni non c’è più, la madre.
Così inizia ”Di là dal vetro” il corto che Erri De Luca ha scritto e realizzato insieme al regista (suo compagno di scalate) Andrea Di Bari per una produzione Pasta Garofalo, la quale da qualche anno ha deciso “firmare il cinema” sostenendo piccole opere.
Sulla rotta di un sogno e della memoria nasce così un racconto a due voci tra un figlio e la madre (una sanguigna ed aspra Isa Danieli) dove entrambi si restituiscono pezzi del passato vissuto insieme o separatamente. I fatti ricordati e che fremono nel dialogo (ora ispido ora dolcissimo) sono realmente accaduti: la madre biasima il figlio di quando se ne andò via di casa giovanissimo per mettersi sulla strada della militanza politica con Lotta Continua, lui invece ripensa al viaggio fatto in una Bosnia assediata dal fuoco delle armi, ai giorni di guerra a Belgrado durante i bombardamenti della Nato. In entrambi riaffiorano i ricordi della nonna che faceva i solitari, del padre che accumulava libri su libri e annotava su una rubrica nomi in dialetto napoletano , fa pure la comparsa la morte che ha sfiorato De Luca prima con la malaria contratta in Africa e poi con lo sballottamento che prese in montagna il suo cuore.
“Che stai scrivendo?” chiede la madre al figlio poco prima che l’alba sbaragli il buio e la realtà risucchi a sé la visione del sogno E lui ribatte: “una storia di quando avevo dieci anni ed eravamo insieme in vacanza ad Ischia, mentre papà era partito per andare a cercare lavora negli Stati Uniti, la patria della sua mamma”. E, appunto, il racconto del bambino che Erri fu e che si ritrova sull’isola dove trascorse le vacanze e gli “accadde il necessario e pure l’abbondante” sta dentro le pagine dell’ultima fatica letteraria di “I pesci non chiudono gli occhi”.
Cortometraggio e romanzo (che sono venduti insieme per Feltrinelli) sono gemme di quella memoria che De Luca considera una specie di ghiacciaio finito in fondo ad un crepaccio e che conserva, senza essere accessibili, tutte le cose .
“Ogni tanto – dice De Luca – il ghiacciaio che si muove si ritira e lascia in offerta qualche reliquie, qualche pezzetto del passato, allora io lo raccolgo per ricostruire storie di persone che sono assenti e non ci stanno più”.
Tanto nelle immagini che nella scrittura ritroviamo il meglio di Erri De Luca, su tutto una asciuttezza di stile entro cui si sovrappongono schegge di poesia e un fuoco di sentimenti che riscalda anime non sempre conciliate.
DI LA’ DAL VETRO
Regia Andrea Di Bari
Scritto: Erri DE Luca, Andrea Di Bari
Con Isa Danieli e Erri DE Luca
Musica Daniele Sepe
Fotografia Giuseppe Lanci
Costumi Nicoletta Taranta
Montaggio Marco Spoletini
Durata: 19 minuti
Italia 2011