di Mimmo Mastrangelo
Nel cinema italiano quando parliamo di passaggi e linguaggi estremi, (in)concilianti con approcci alla consuetudine, al già visto non si può non fare il nome di Canecapovolto, gruppo catanese attivo da circa un ventennio (per l’esattezza diciannove anni) che si presenta al pubblico come se fosse una confraternita filosofica.
Con la corrente di uno sguardo situazionista potrebbero esserci delle prossimità, ma di certo è impossibile assegnare una precisa etichetta a Canecapovolto che con le sue opere, nel privilegiare una matrice scientifica, incorre correntemente in quei coni d’ombra di contrasto tra la visione e l’ascolto.
Strettamente di rado Canecapovolto riprende sequenze originali, giacchè una delle specificità del suo cinema (che seziona ed analizza, di volta in volta, derive della guerra, dissonanze cognitive, rotture psico-geografiche) è l’abilità nel montare immagini (pre)esistenti.
Nel 2007 Alessandro Aiello e i suoi “confratelli” hanno prodotto “L’uomo massa”, una riflessione per immagini sull’ antesignana tesi della società di massa del filosofo Ortega i Gasset, il quale già nel 1939 riteneva che una umanità massificata fosse la inevitabile conseguenza di una adesione acritica ai modelli sociali e culturali imposti dalle roccaforti del potere (o dei poteri).
La loro ultima opera, il cortometraggio di venti minuti “Dai morti della scrittura alla scrittura dei morti” – già passato alla quarta edizione delle “Visioni altre” – ritorna sulla precedente tesi per rappresentare “una dilatazione del discorso sull’Uomo massa”.
Nel corto si notato subito sequenze che sono state incollate senza una logica di continuità, in altre si muove misteriosamente (ma non tanto) l’unico protagonista Zoltan Fazekas, mentre una voce fuori campo in inglese annuncia che un governo sta preparando un nuovo uomo massa, per cui il piccolo schermo diffonderà falsa informazione e il suo palinsesto verrà redatto pensando ad un pubblico idiota. Inoltre, lo stato procederà nella distruzione di libri di storia, grammatica, geografia. L’uomo massa tornerà ad imporsi, nel frattempo si prepara il terreno, lo stato (grande fratello) imporrà la lettura di un solo libro, legittimerà l’ignoranza e ordinerà la cancellazione di tutte le parole indipendenti e creative, derubricherà la libertà d’espressione.
Si ritornerà all’omologazione, dove ogni gesto dovrà essere ripetuto all’infinito e sempre uguale a se stesso, uguale per tutti. Si passerà all’era in cui i libri verranno inchiodati alle pareti, la parola scritta sotterrata, la creatività ingabbiata. E così come il libro d’artista passerà ad essere un unico esemplare così la parola ritornerà all’autore, cioè dai morti della scrittura si passerà alla scrittura dei morti e il cinema non farà che consumarsi inutilmente, accumulando – avrebbe Guy Debord – immagini che il tempo porterà via.
DAI MORTI DELLA SCRITTURA ALLA SCRITTURA DEI MORTI
Regia: Canecapovolto
Interpreti Zoltan Fazekas
Contributi Massimo Leggio, Alessandra Ferlito,Peppe Lana,Caterina Levi