“Vallanzasca, gli angeli del male” di Michele Placido

di Gianni Quilici

Vallanzasca-Gli-angeli-del-male-Kim-Rossi-Stuart-Foto-dal-film-01_midVedo il film, ma diversi personaggi e situazioni non li decifro. Può succedere. A me succede spesso quando la vicenda è intricata da troppe azioni, da troppi volti. E’ importante? Certo!

Tuttavia immagino che ciò che valga è se nel film c’è un o il “senso” e quale sia la sua lingua, se questa risulta importante.

In questo film c’è un di più, su cui ci sono state e continuano ad esserci numerosissime proteste e polemiche ed è Renato Vallanzasca bandito, sequestratore, assassino, ancora di più “marchiato” dal fascino che esercitava per spavalderia e bellezza, astuzia e coraggio. Di questo so troppo poco per valutare la rispondenza tra realtà e finzione. Si sa che da 33 anni vive in carcere, che Napolitano gli ha negato la grazia nel 2007; che un paio d’anni dopo è arrivato il rifiuto della libertà condizionata, e persino la semplice concessione del lavoro esterno ha provocato proteste a non finire.

La mia impressione è che Michele Placido abbia realizzato un’operazione innanzitutto onesta. Ha fatto di Vallanzasca il protagonista centrale e l’ha rappresentato attraverso il suo sguardo, il suo vissuto.

Le rapine, le sparatorie, i sequestri sono pura azione, spesso con quella dose di ironica millanteria, che il bandito infondeva nei suoi assalti. Da qui la rapidità del montaggio, da cinema americano. Fatti, non giudizio. Morale dei fatti, non moralismo.

Qual è il problema, allora? Vallanzasca-Rossi Stuart non solo è simpatico, ma emana fascino, perchè, oltre ad avere una sembianza da attore, sa recitare la parte dello sbruffone spavaldo e temerario, che sfida brutalmente l’autorità costituita.

L’aspetto più interessante della pellicola e del personaggio risiede però nel tratto più profondo di questo “bandito”: una folle determinazione in ciò che è e che fa, che, senza mai essere delittuosamente paranoica, è a volte di inaudita ferocia, anche verso se stesso, oppure gioiosamente sfrontata.

Kim Rossi Stuart ha dimostrato di essere un notevole attore in film precedenti ( da Romanzo criminale a Anche libero va bene, da Piano, solo, a Questioni di cuore), qui lo è ancora di più, perché rappresenta le molte sfaccettature del personaggio Vallanzasca: feroce e arrogante, seduttivo e disperato.

Il limite?

Lo scrivono alcuni critici: la mancanza nello sfondo di un contesto sociale, che collochi le imprese di Vallanzasca sociologicamente. Rimane personaggio credibile di un gangster-movie, non diventa personaggio di una congiuntura storica.

vallanzasca-19137526VALLANZASCA, GLI ANGELI DEL MALE

REGIA: Michele Placido

SCENEGGIATURA: Michele Placido, Kim Rossi Stuart, Antonio Leotti, Toni Trupia, Andrea Leanza, Antonella D’Agostino

ATTORI: Kim Rossi Stuart, Valeria Solarino, Filippo Timi, Gaetano Bruno, Francesco Scianna, Paz Vega, Moritz Bleibtreu, Federica Vincenti, Lino Guanciale, Nicola Acunzo, Stefano Chiodaroli, Giorgio Careccia, Monica Barladeanu, Gerardo Amato, Paolo Mazzarelli, Lorenzo Gleijeses, Marica Gungui, Adriana De Guinn

FOTOGRAFIA: Arnaldo Catinari

MONTAGGIO: Consuelo Catucci

MUSICHE: Negramaro

PAESE: Italia 2011

DURATA: 125 Min

Roberta Spinelli said,

Gennaio 30, 2011 @ 20:17

Condivido tutto. Anche il riievo finale sulla mancata contestualizzazione sociologica. Che però non ritengo un limite, ma solo una precisa scelta stilistica. Solo così si poteva garantire quel serratissimo ritmo narrativo che tiene in tensione – e in attenzione – lo spettatore per quasi due ore.

Mary said,

Febbraio 1, 2011 @ 01:09

Ho appena visto il film, questa recensione dà voce , in modo più organico, alle mie impressioni.

“…ho il lato oscuro più pronunciato…” così dichiara a radio popolare e poi va verso la sua cattura.

Mi è rimasta una domanda sull’uomo Vallanzasca: perchè dopo più di 30 anni di cardere duro, isolamento, neppure la cocessione del lavoro esterno?

Vittorio Toschi said,

Febbraio 12, 2011 @ 00:54

Un film che si vede senza fatica, il tempo passa veloce e la storia si dipana senza difficoltà, però alla fine resta davvero poco.

Mary said,

Febbraio 23, 2011 @ 21:05

ma davvero non impressiona la vicenda umana ?
in un italia dove la giustizia “sarebbe una bella idea”

RSS feed for comments on this post · TrackBack URI


Lascia un commento