A FAVORE
The social network è una parabola sui nostri tempi dal retrogusto un po’ cinico, che cattura lo spirito di uno scatto generazionale, un’ esplorazione sui cambiamenti spontanei dei modi di comunicazione e di socializzazione, abilmente confezionata in modo da aggregare e dissociare il pubblico al tempo stesso. Ovunque stia la verità, il quadro ritratto dal regista riesce perfettamente a trasmettere l’atmosfera significativa e caotica di una rivoluzione mediatica in atto. Il ritmo spasmodico, la scelta di interni e musiche appropriati, i dialoghi intensi, l’attenzione costante sulla rete-dipendenza di Zuckerberg oltre all’aggiunta del dramma personale, regalano un film che sicuramente e inevitabilmente diventa, quanto meno, oggetto di discussione. Nel complesso, è sicuramente da vedere.
Simona Cappellini
CONTRO
Diciamo la verità, da David Fincher, quello di Seven ma, soprattutto, di Fight Club, era lecito attendersi un film più graffiante e, in definitiva, più vero. Insomma la storia, e quindi il soggetto, è di quelli forti; la nascita di una delle ultime rivoluzioni della rete, e non solo: Facebook. Intendiamoci, il film “funziona”, si vede volentieri e avvince anche perchè sembra che tutto ciò che accade in qualche modo ci riguardi da vicino, e forse è proprio così.
Però molte sono anche le lacune. Fincher sorvola sulle motivazioni di un così imprevedibile sviluppo di questo strumento che ha cambiato le abitudini di molti (e in tutto il mondo!) e su quali siano le sue reali potenzialità e rischi. Forse siamo ancora nella crescita del fenomeno e alla fine prevale il timore di imbarcarsi in questioni troppo complesse e, in definitiva, ancora poco chiare.
Ma anche sulla storia del fondatore, Mark Zuckerberg, che pure presenterebbe materiale interessante, il film non convince fino in fondo. Impariamo che Mark crea Facebook anche scopiazzando da altri (i gemelli Winklevoss ed il loro socio Divya Narendra) e che al momento del successo estromette (o fa estromettere) dalla società il co-fondatore, e forse suo unico amico degli anni da nerd universitario, Eduardo Saverin. Eppure Fincher preferisce non affondare mai, forse troppo preoccupato dalle possibili conseguenze legali. E allora Mark è comunque e sempre un genio buono che gli altri non capiscono e che quando sbaglia, se sbaglia, sono gli altri che lo fanno sbagliare. E allora alla fine nessuno è cattivo e tutti sono un po’ buoni; però così si è persa un’occasione.
Vittorio Toschi
The Social Network
Regia: David Fincher
Sceneggiatura: Aaron Sorkin dal romanzo “Miliardari per caso” di Ben Mezrich/ Fotografia: Jeff Cronenweth / Montaggio: Angus Wall, Kirk Baxter / Scenografia: Donald Graham Burt / Musica: Trent Reznor, Atticus Ross/Interpreti: Jesse Eisenberg, Andrew Garfieeld, Justin Timberlake, Arme Hammer, Max Minghella / Produzione: Scott Rudin, Michael De Luca, Trigger Street / Distribuzione: Sony Pictures / Paese: Usa, 2010 / Durata: 120 minuti
The Social Network è un film noioso. Si assiste per lunghi tratti ad una controversia legale di cui non ce ne importa niente. Tutto è parlato anzi urlato fra ragazzini che si sentono geni, perché conoscono qualche algoritmo in più degli altri. Condivido in pieno il giudizio di Maurizio Porro che gli ha affibiato 5, anzi è stato troppo generoso io gli avrei dato 4 – Questo non è cinema ma un messaggio pubblicitario che dura due ore di troppo. Un vecchio cinefilo Giuseppe
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Cristina said,
Novembre 26, 2010 @ 16:30Ho visto il film. In effetti Fincher poteva osare di più.. abbastanza avvincente il” divenire” di Mark.. atmosfere veloci; nel complesso, secondo me, il film appare povero specie nella parte finale…
O no??