di Gianni Quilici
Film-documentario sul beat. Più esattamente su due figure fondamentali: Jack kerouac e Allen Ginsberg, a cui se ne aggiunge una terza, più appartata, William Burroughs, e fanno da significativo contorno la figura leggendaria di Neil Cassedy e di altri poeti come Lawrence Ferlinghetti e Gregory Corso. Li accomunavano e ancora li accomunano un istinto di rivolta contro ogni forma di perbenismo sociale, la ricerca di una libertà senza limiti attraverso il viaggio, gli allucenogeni, la liberazione del corpo dalle costrizioni-repressioni, la poesia come catarsi.
Naturalmente, come sempre quando si parla di “scuole”, “movimenti”, Kerouac e compagni vanno oltre il beat, devono, cioè, essere considerati specificatamente.
“The Beats” è un flusso di immagini con una logica narrativa, sia pure libera e aperta, ma non interpreta sociologicamente. Vediamo interviste o documenti dei Nostri ed il contesto in cui si muovono e che loro stessi, in qualche misura, producono: dall’uso della droga alle manifestazioni contro la guerra del Vietnam, dalla musica jazz ( Charlie Parker) a quella pop (John Lennon e i Beatles), da “Qualcuno volò sul nido del cuculo” a “Cinque pezzi facili” con un Jack Nicholson provocatorio e tagliente.
Ma l’aspetto che più mi ha colpito (ho l’impressione che sia il “sentire” che rimane una volta che si chiudono le luci), sono le poesie di Allen Ginsberg, interpretate magnificamente da John Turturro, Johnny Depp, Dennis Hopper. Perché sono poesie, al di là di una valutazione di merito, che hanno la forza e la scansione metallica del suono, immagini forti, apocalittiche di un paesaggio deturpato, di corpi sfiniti, martorizzati, di utopie. Una poesia insomma che diventa suono, voce, musica, corpo.
THE BEATS – L’URLO RIBELLE
Regia: Chuck Workman
Cast: Allen Ginsberg, Jack Kerouac, William Burroughs, Lawrence Ferlinghetti, Neil Cassedy, Gregory Corso, John Turturro, Johnny Depp, Dennis Hopper.
USA 1999.
Durata: 88′