di Gianni Quilici
Suzanne (Catherine Deneuve), ancora piacente, nonostante l’età, corre lungo il fiume tra verde e cinguettii, mentre una musichetta idilliaca l’accompagna… poi si ferma, parla con lo scoiattolo, tira fuori un taccuino, scrive una poesiola. E’ chiaro: siamo di fronte ad una affettuosa parodia. Suzanne è la moglie ricchissima e casalinga in balìa di un marito industrialotto, sgradevole e donnaiolo, autoritario e carogna con i dipendenti …
Questa la situazione di partenza. Il film la rovescerà. Nulla però è credibile. La parodia diventa pungente e davvero tragi-comica quando deforma o ribalta un dato però verosimile, rendendolo ancora più vero, più significativo, a volte più divertente.
La trasformazione di Suzanne da “bella statuina”, totalmente sprovveduta e, a suo modo, felicemente rassegnata a manager e deputata come per un tocco di bacchetta magica, non è credibile psicologicamente, essendo rappresentata “seriamente”; d’altra parte la possibile favola manca di creatività immaginativa, che sorprenda e diverta. Si può sorridere certo a questa “emancipazione femminile”, che fa da contraltare alla “frustrazione maschilista”, ma le uniche battute davvero divertenti nascono proprio dal marito (Fabrice Luchini) cinico e sbeffeggiato, perché solo il suo personaggio diventa a tratti felicemente parodistico.
Ozon ha cercato di realizzare un film ideologico ed insieme divertente. Come film “femminista” è superficiale; come film “divertente” può piacere, senza entusiasmi, a un pubblico tradizionale che vuole “passare” una serata in una sala cinematografica.
POTICHE -La bella statuina
REGIA: François Ozon
SCENEGGIATURA: François Ozon
ATTORI: Catherine Deneuve, Gérard Depardieu, Judith Godrèche, Jérémie Renier, Fabrice Luchini, Karin Viard, Evelyne Dandry
MONTAGGIO: Laure Gardette
PAESE: Francia 2010
DURATA: 103 min.
matt said,
Novembre 17, 2010 @ 16:41sweet