“Corti d’autore” di registi vari

di Maddalena Ferrari

Serata inaugurale della stagione 2010/2011 del Circolo del Cinema di Lucca, in cui sono stati proiettati alcuni rari e inediti cortometraggi di grandi autori.

Nocturne di Lars Von Trier

E’ un corto del 1980, con il quale il regista si è laureato alla National Film School of Denmark.

Una donna e la paura-impossibilità di sostenere la luce del sole: su questo tema paradigmatico e metaforico del rapporo tra immagine e realtà, Von Trier inanella , sovrappone e contrappone rapidi squarci di vissuto-sognato-immaginato, attraverso uno sguardo velato, inserendo a tratti primi pianidella protagonista con gli occhi malati.

Criptico e angosciante, il film si conclude con un finale ambiguo:la vastità del cielo, offuscata da miriadi di uccelli inquieti.

Karin’s Face di Ingmar Bergman

E’ il ritratto-storia di Karin, madre del regista, attraverso le foto, corredate da scarne didascalie.

Il percorso segue le varie età della donna ed il suo passaggio dalla famiglia di origine a quella costituitasi in seguito al matrimonio: la vediamo bambina, adolescente, adulta, fino all’invecchiamento ed alla malattia. Seguiamo la sua vicenda attraverso i ritratti di lei, da sola o in gruppo, e dei familiari e attraverso certi dettagli, che vengono evidenziati. Alcune immagini sono ripetute, sopratutto una, che è quella archetipica della figura materna per Bergman.

Le foto suggeriscono psicologie, ambienti, relazioni, storie.

Nella fisionomia di Karin, somigliantissima al regista, colpiscono due particolari: la bocca, leggermente asimmetrica nella chiusura delle labbra ( un vezzo, quando la donna è bambina-ragazza-giovane; un difetto, dopo ); e gli occhi, vivaci, curiosi, un tantino birichini, prima, un po’ soli e tristi, poi.

cada-um-com-seu-cinema01Diario di uno spettatore di Nanni Moretti

[Appartiene alla serie CHACUN SON CINEMA, progetto nato nel 2007 per celebrare i 60 anni del festival di Cannes].

Lo spettatore Nanni Moretti è uno spettatore esigentissimo, sia nei confronti del tipo di film che vuole vedere, sia nei confronti della qualità della visione. Peccato che debba scontare solitudine ed isolamento, non solo fra il pubblico, ma anche in famiglia, con un figlio ragazzino che snobba il suo cinema…

Ironico e leggero, l’autoritratto è sintetico e simpatico; e, naturalmente, c’è il rovescio della medaglia: niente va bene nella società dello spettacolo.

Luxo Jr. di John Lasseter

Irreale, ma “familiare”, il corto animato ci accompagna per 3 minuti nel gioco con la palla di una piccola lampada da tavolo, che è in realtà un bambino un po’ incerto, nella postura e nei movimenti, con il volto luminoso curioso e a tratti quasi interrogativo, sorvegliato dalla lampada-mamma, alta e sicura nei movimenti, con la testa amorevolmente chinata a protezione del figlioletto.

Un particolare importante: le due lampade non sono “umanizzate”, non hanno cioè nessun segno che indichi attributi del corpo umano; eppure sono vive.

Il corto è leggero e divertente; fa diventare realtà ciò che i bambini desiderano e riporta gli adulti al tempo in cui era affascinante immaginare che gli oggetti avessero corpo e anima.

nurse anesthetist said,

Novembre 26, 2010 @ 09:03

nice post. thanks.

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