Si inizia con i primi film in concorso Norwegian Wood di Tran Anh Hung (Giappone – 133 min.) e La pecora nera di e con Ascanio Celestini (Italia – 93 min.).
Norwegian Wood è una delle pellicole più emozionanti di questi primi giorni di festival. Tran Anh Hung, regista de Il profumo della papaya verde e del Leone d’Oro Cyclo (1995), portando sullo schermo un romanzo di Murakami, ci immerge benissimo, con una lentezza piena di significati, in un flusso di ricordi fatti di suicidi e malattie mentali, ma anche di amore, passione e desiderio di riscatto e di resurrezione. Un film bello, ben girato e con ambientazioni indovinate.
Molto meno convincente mi è sembrato invece La Pecora nera, film ambientato in un manicomio con protagonista lo stesso Celestini, molto più a suo agio nell’ambiente teatrale rispetto a quello cinematografico. Non mi ha convinto né emozionato seppure basato su una storia interessante.
Venerdì, sempre in concorso, Somewhere di Sofia Coppola (Usa – 98 min..).
Il film della Coppola (Già Oscar per la sceneggiatura del riuscito Lost in Traslation) insegue tra il divertito e lo sbigottito la vita di una star Hollywoodiana che si muove con incredibile indifferenza tra avventure sessuali, party, ammiratori e promozioni, finché viene messo alle strette dalle problematiche della figlia undicenne. Memorabile la scena della sua venuta in Italia per la partecipazione ad una trasmissione con la Ventura e la Marini e che ci rende purtroppo ben chiara l’immagine che la nostra televisione, ma forse anche la nostra cultura, ha all’estero. Oltre a Stephen Dorff, protagonista della pellicola anche un’auto, una Ferrari nera, che la Coppola segue sempre da vicino e da lontano, quasi fosse tutt’uno con il protagonista, quando si muove, quando si rompe e quando viene abbandonata.
Deludente invece Happy Few di Antony Corider (Francia – 103 min.)., storia non troppo convincente di un ménage a quattro il cui finale appare segnato sin dall’inizio e che lascia solo una domanda senza risposta: ma questi dove lo trovano tutto questo tempo … e questa voglia?
Infine oggi, ancora per Venezia 67, è stato il giorno di Politiche (Francia, 103 min.), nuovo divertente e ancora una volta convincente lavoro di Ozon, autore poliedrico e sperimentale, ma mai troppo. Alla proiezione in anteprima della mattina il più esigente pubblico degli Industry e Press ha sottolineato il proprio gradimento anche durante la proiezione. La sempre bella e brava Catherine Deneuve è la moglie di un dispotico industriale che, con le sue scelte reazionarie, provoca continui scioperi e rischia di mandare in malora la fabbrica. Una volta rapito dagli operai ormai esasperati, Suzanne (Deneuve) per liberarlo chiederà aiuto al sindaco (Depardieu), con il quale, da giovane e appena sposata, ebbe un’avventura. Commedia lieve nei toni, ma non nei contenuti, Potiche racconta senza sbavature una storia ambientata nel ’77, eppure attuale.
Da segnalare ieri sera la cerimonia per la consegna (anche da parte di un divertito e divertente presidente di giuria Tarantino) del Leone d’Oro alla Carriera ad un emozionato John Woo a cui la platea ha dedicato parecchi minuti di applausi appassionati.
A seguire la proiezione di Reign of assassins di Su Chao-Pin con Woo e produttore e co-regista. Effetti speciali e tanto sangue per una spietata caccia alle spoglie di un monaco buddhista che darebbero grandi poteri ed energie a chi riuscisse a ricomporle.