di Mary Madda
Ero una ragazza quando arrivò fulminea la notizia: John ucciso.
Ma come, perché, chi?…C’era qualcosa che non tornava,come se non si volesse far capire niente…
E poi non se ne parlò più sui giornali e soprattutto alla TV.
E molto non tornava…era il 1980.
Come è noto, dalla seconda metà degli anni sessanta negli Stati Uniti si svilupparono numerosi movimenti antagonisti contrari all’establishment e alla sua espressione più odiosa: l’intervento armato in Vietnam e successivamente in Cambogia. Uno dei protagonisti più scomodi per l’amministrazione Nixon fu John Lennon, compositore e cantante (solista) dei leggendari Beatles. Ad un certo punto della sua carriera artistica Lennon prese coscienza del suo potere di comunicazione e scelse consapevolmente di utilizzare il suo mito per fare la differenza, per accendere le coscienze risvegliandole di fronte all’inutilità ed alla tragedia di una guerra che non si poteva, tra l’altro, vincere.
Il documentario di David Leaf e John Scheinfeld, molto classico nella struttura e nel modo di argomentare, rappresenta gli effetti che la permanenza negli Stati Uniti di John Lennon ebbe sul movimento pacifista e della lotta che l’establishment mosse contro di lui per espellerlo in quanto persona non grata. Vengono usate molti filmati di repertorio, alcuni di qualità scadente, quasi a rimarcarne il valore documentale ed inoltre vengono intervistati i protagonisti di quegli anni: dal leader delle Black Panthers, Bobby Seale fino a Noam Chomsky, passando per agenti del FBI attivi durante quegli anni durissimi, fatti di intercettazioni telefoniche, pedinamenti ed altri espedienti al di là della legge, usati tutti per screditare e impaurire chi poteva scuotere le coscienze dal conformismo nixoniano.Sulla grande stampa tutto ciò mancò…
Già ai tempi di “Revolution” si era capito che Lennon era ad una svolta, ma il vero capolavoro, diventato poi inno dell’antimilitarismo, fu “Give peace a chance” (“Date una opportunità alla pace”), la cui portata viene giustamente paragonata a “We shall overcome”, inno di Peter Seeger composto in onore delle lotte per i diritti civili.Cantata in molte manifestazioni, cantata da lui con tutti.
Del John Lennon, che emerge dal documentario di Leaf-Scheinfeld, viene sottolineata la grande umanità e l’ingegno creativo con cui usò la sua fama per rendere popolare la causa della pace contro guerra e violenza.
Partecipa in prima persona e il suo “fate l’amore non la guerra” è un apple comunicativo formidabile: per giorni e notti le conferenze stampa con giornalisti e televisioni sono tenute nella sua camera da letto, lui con Yoko Ono.
Yoko Ono viene rappresentata come una figura di grande importanza ,complementare nella vita del musicista, lontana dalle sfumature sinistre che l’hanno caratterizzata nella coscienza dei media.
È un film che non aggiunge forse nulla di nuovo al personaggio, ma che vale la pena vedere, sia perchè rappresenta la genialità compositiva e comunicativa di John Lennon, sia perché ci permette di vivere e di riguardare da una prospettiva diversa quegli anni frenetici sospesi tra violenza del sistema e coscienza civile.
Una frase erroneamente attribuita a Thomas Jefferson recita “il prezzo della libertà è l’eterna vigilanza”, ed è questo il vero messaggio perpetuato da Lennon, un compositore, un cantante, una star del nostro tempo, che non è stato nella torre d’avorio e ha passato alle generazioni successive idee, senso del vivere!
U.S.A. contro John Lennon (Titolo originale: “The U.S. vs. John Lennon”)
di David Leaf, John Scheinfeld
con John Lennon, Stew Albert, Tariq Ali, Carl Bernstein, Robin Blackburn.Chris Charlesworth, Noam Chomsky, Walter Cronkite, Mario Cuomo, Angela Davis, John Dean, Elliot Mintz, David Peel, Dan Richter, Geraldo Rivera, Bobby Seale, Tom Smothers, Gore Vidal, John Sinclair.
Documentario, durata 99 min. – USA 2006.
ema said,
Ottobre 6, 2010 @ 19:16Il contenuto mi è parso interessante sotto i vari aspetti.
Di buona comprensione nonostante non condivida appieno tutte le scelte stilistiche di scrittura…
War is over. If you want.
Ema