di Simona Cappellini
L’opera di Shirin Neshat è il frutto di una visibile urgenza, quella di dar voce, forma, spazio, a chi voce non ha, proprio come una delle protagoniste di “Donne senza uomini” (Leone d’Argento a Venezia), che dall’inizio alla fine non pronuncia una sola parola, ma che con poche azioni – forti ma mai aggressive – tocca nel profondo, scavando, forse, anche negli animi di chi vede l’Iran come un paese semplicemente troppo lontano.
Eppure pensando all’Iran siamo abituati a vedere donne senza diritti, ci siamo abituati alle violazioni, ai soprusi, alle imposizioni e alle negazioni perennemente inflitte alle donne iraniane.
Cosa c’è allora di nuovo in “Donne senza uomini”?
C’è la diversità, anzitutto. Le vicende sono quelle di alcune donne durante il colpo di stato militare del 1953. Ma sono quattro donne diverse, i cui destini si incrociano quasi magicamente, raccontate in tutta la loro complessità.
Una prostituta, un’ ex attrice, un’aspirante attivista, una donna che sogna soltanto il matrimonio; le personalità e i risvolti psicologici dei personaggi sorprendono le aspettative e in breve tempo ci si dimentica della condizione della donna in Iran, ritrovandoci a riflettere sulla condizione dell’individuo nella contemporaneità, sulle diverse forme di fuga o di ribellione.
Il problema non è schierarsi, o denunciare, ma spostare lo sguardo. Il rifiuto dei luoghi comuni è l’elemento più riconoscibile – qui come in tutta l’opera di Shirin Neshat – così come la sua capacità di raccontare per immagini.
Una menzione particolare va infatti alla fotografia, che la regista – nata come artista visiva – non trascura, regalando allo spettatore alcune immagini di straordinaria poesia.
DONNE SENZA UOMINI Titolo originale: “Zanan-e bedun-e mardan” Regia: Shirin Neshat, Shoja Azari Sceneggiatura: Shirin Neshat, Shoja Azari (basato sul romanzo di Shahrnoush Parsipour) Musiche: Ryûichi Sakamoto Sito web ufficiale (Italia): cliccate qui Cast: Shabnam Toloui, Pegah Ferydoni, Arita Shahrzad, Mina Azarian, Orsolya Tóth Germania 2009. Durata: 95 min.