IL PRESENTE, LA STORIA
Giovedì 14 gennaio 2010
Il nastro Bianco
di Michael Haneke con Christian Friedel, Leonie Benesch, Ulrich Tukur, Ursina Lardi, Burghart Klaußner. Austria, Francia, Germania 2009. – Durata: 140 minuti.
Vincitore della Palma d’oro a Cannes 2009. Siamo in un villaggio della Germania profonda, a cavallo fra il 1913 e il 1914, e nella piccola comunità si verificano eventi bizzarri. Il medico del paese è vittima di un «attentato». Una donna muore sul lavoro nella segheria di proprietà del barone locale. Il figliolo del nobile viene trovato torturato. Il medico lascia brutalmente la sua amante. Il dottore (vedovo) abusa della figlia. Insomma, nel paese l’unico sano sembra il giovane maestro…
Lavorando su una struttura corale e su un bianco e nero freddissimo, Haneke denuncia la crudeltà dei piccoli, ma la mette in prospettiva: le colpe sono dei padri, di un sistema educativo ottuso e repressivo. Haneke rilegge le origini del nazismo con spirito darwiniano: è l’evoluzione di una specie, che inizia a Sarajevo e finisce a Berlino con la caduta di un Muro, figlio diretto degli stessi padri. Il film è un teorema lucido, deterministico, con una storia d’amore che muove a tenerezza: e i due attori che la interpretano, il maestro Christian Friedel che racconta la storia e la servetta Leonie Benesch, sono bravissimi, quasi umani.
Giovedì 21 gennaio 2010
Capitalism,a love story
di Michael Moore con Michael Moore. USA 2009. 119 minuti.
In Capitalism: A Love Story Michael Moore torna ad affrontare il problema che è al centro di tutta la sua opera: l’impatto disastroso che il dominio delle corporation ha sulla vita quotidiana degli americani (e, quindi, anche del resto del mondo). Ma questa volta il colpevole è molto più grande della General Motors… Con umorismo e indignazione, Michael Moore esplora una domanda tabù: qual è il prezzo che l’America paga per il suo amore verso il capitalismo? Anni fa, quell’amore sembrava assolutamente innocente. Oggi il sogno americano sembra sempre più un incubo. Moore ci porta nelle abitazioni di persone comuni, le cui vite sono state stravolte. Quello che scopre sono dei sintomi fin troppo familiari di un amore finito male: bugie, maltrattamenti, tradimenti… e 14.000 posti di lavoro persi ogni giorno. Capitalism: A Love Story rappresenta una summa delle precedenti opere di Moore, ma è anche uno sguardo su un futuro nel quale una speranza è possibile.
Giovedì 28 gennaio 2010
Ricky – Una storia d’amore e libertà
di François Ozon con Alexandra Lamy, Sergi López, Mélusine Mayance, Arthur Peyret, André Wilms. Francia, Italia 2009. Durata: 89 minuti.
Lei è come un guerriero moderno. Vive nelle periferie, fa l’operaia. Si chiama Katie, ha una bambina che alleva da sola. Inforca il suo motorino come un cavallo e porta a scuola la figlia, poi la va a riprendere. L’appartamento senza ascensore in cima alle scale è come in cima a una torre da scalare ogni volta. Alla piccola Lisa non sfugge niente, impara le sottigliezze di quella guerra di sopravvivenza… Scrive Alberto Crespi: “Per tutto il primo tempo potrebbe essere un film di Ken Loach. Ambiente operaio, coppia di lavoratori: Katie è francese, Paco è un immigrato spagnolo. Si conoscono, si innamorano. Hanno un bambino. E quando state cominciando a chiedervi dove stia andando a parare succede qualcosa… Da Ken Loach si sfiora Cronenberg e poi ci si innalza e si toccano cieli bunueliani. Ricky, a raccontarlo, è un film assurdo. A vederlo, è un piccolo capolavoro”
Giovedì 4 febbraio 2010
La battaglia dei 3 regni
di John Woo con Tony Leung, Chiu Wai, Takeshi Kaneshiro, Zhao Wei, Shido Nakamura, Chang Chen. Cina 2008. Durata: 122 Min
II grande John Woo cambia genere. Il più violento e torbido regista di azione e di thriller, amatissimo da Tarantino e dai cinefili europei, si converte al cinema cinese di conflitti storici. Questa battaglia sulle rive dello Yangtze è una delle più famose della storia cinese, avvenuta neI 208 d.C. Nel film è stupenda: scontri su terra e sull’acqua. il mondo in fiamme, 200 mila navi incendiate. nuvole di frecce e di lance, un esercito di 800 mila soldati, astuzie, tranelli, attacchi a sorpresa, coreografie militari perfette,vittoria dei più deboli, il destino della Cina mutato per sempre.
Il film non somiglia affatto ai monumentali classici cinesi. Non vi compaiono membra mutilate, facce tagliate, né indulgenze al raccapricciante: lo scontro più esplicito tra due valorosi condottieri avviene in un concerto di strumenti a corde. Non vi figura recitazione grossolana: tutti gli attori, protagonisti e no, sono bravissimi.
Giovedì 11 febbraio 2010
Welcome di Philippe Lioret
con Vincent Lindon, Firat Ayverdi, Audrey Dana, Derya Ayverdi, Thierry Godard. Francia 2009. Durata 110 minuti.
Bilal, curdo d’Iraq, ha sedici anni e ha camminato per tre mesi perché a Londra Mina lo aspetta. Dopo un tentativo fallito di varcare la frontiera, Bilal chiede aiuto a un ispettore di nuoto per tentare l’attraversamento della Manica a nuoto… dieci gradi per dieci ore…
Philippe Lioret costruisce una storia che affonda le radici nel reale: con la macchina da presa descrive cosa sono disposti a fare i giovani immigrati irregolari di Calais per oltrepassare la Manica; quanto sono disposti a pagare per rischiare di morire soffocati da un sacchetto che loro stessi si sono calati sulla testa. Ma accanto alla fotografia dell’infernale “giungla” di Calais, Lioret fa quello che deve fare il cinema: racconta una storia, e la racconta con sentimento e autenticità, rendendo il suo messaggio di denuncia assolutamente efficace. Una storia che fonde visivamente realtà e poesia e che commuove profondamente. Da non perdere.
Giovedì 18 febbraio 2010
Racconti dell’eta’ dell’oro
di Hanno Höfer, Cristian Mungiu, Constantin Popescu, Ioana Uricaru, Razvan Marculescu
con Alexandru Potocean, Teodor Corban, Emanuel Parvu, Avram Birau, Paul Dunca. Romania, Francia 2009. Durata 100 minuti.
I racconti sono le leggende metropolitane che si narravano a mezza voce nelle interminabili file per comprare il pane o, nelle case, al riparo da orecchi pericolosi nella Romania di Ceausescu. Leggende ma, nella realtà, storie realmente accadute. L’idea di raccontarcele l’ha avuta, anche come produttore e sceneggiatore, Cristian Mungiu, Palma d’oro a Cannes per il suo bellissimo «4 mesi, 3 settimane, 2 giorni».
Qui Mungiu e gli altri suoi colleghi hanno privilegiato la beffa tacita e l’ironia segreta. L’attesa, in un paesino, della una visita di un alto papavero del partito. Tutti si agitano, tutti puliscono… Il blocco del giornale del partito, perché nonostante i ripetuti ritocchi, nella foto in prima pagina non si era trovato per Ceausescu un atteggiamento all’altezza della sua autorità, in occasione della visita di Giscard d’Estaing… Un trasportatore di pollame che, per amore, ruba il suo carico in favore di una bella locandiera…. La beffa, appunto, ma anche una sottile malinconia, con ritmi quieti, immagini nitide e realistiche.
Giovedì 25 febbraio 2010
Francesca di Bobby Paunescu
con Monica Barladeanu, Doru Boguta, Luminita Gheorghiu, Teodor Corban, Doru Ana. Romania 2009. Durata: 94 minuti.
Presentato al festival di Venezia, Francesca è finalmente nelle sale, e integro, dopo la «vittoria» in tribunale su Alessandra Mussolini che, ritenutasi offesa, ne voleva bloccare l’uscita. Francesca, la giovane protagonista, vuole andare nel paradiso italiano per migliorare la sua vita. E prima di farlo vuole la benedizione del padre, il consenso del fidanzato e corre tutto il tempo per sistemare cose più grandi di lei, debiti, rapporti familiari, razzismo strisciante, trappole, consolato italiano, corruzioni lasciate in eredità dal vecchio regime o nuove di zecca.
Bobby Paunescu appartiene alla nuova onda di cinema rumeno, ben ancorata alla realtà del paese, feroce nello sguardo, violentemente ironica sui nuovi assetti, glaciale nel giudizio sul passato. ll fenomeno dell’immigrazione ce lo mostra alla radice, attraverso il viso, splendido e intenso, della compagna Monica Barladeanu. Il film ha il pregio dell’immediatezza e dell’essenzialità, di una dolce crudezza. Uno di quei film che ti lavora dentro. Che ti mette di fronte alle tue responsabilità, demolendo alibi e mostrandoci i colpevoli. Nessuno escluso.
Evento speciale: OMAGGIO A MARIO TOBINO
in collaborazione con la Fondazione Mario Tobino
PRIMA DI GOMORRA:
MATTEO GARRONE
Oreste Pipolo, Fotografo Di Matrimoni
di Matteo Garrone
Italia 1998. Durata 53′.