“Fortapàsc” di Marco Risi

di Maddalena Ferrari

"Fortapasc" regia Marco RisiRacconta gli ultimi mesi di vita del giornalista del Mattino Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra nel 1985. Ineludibile appare il confronto con Gomorra, di cui sono utilizzati anche alcuni attori e a cui assomiglia per certi ritratti di malavitosi violenti e volgari.

Ma, mentre il film di Garrone rappresenta una realtà sfaccettata, invasiva e pervasiva, senza vie d’uscita, Fortapàsc è un racconto in sé concluso, con una dialettica tra un eroe positivo, che lotta quasi da solo, e la criminalità organizzata,che ha installato nella realtà sociale un groviglio inestricabile di legami economici e politici, su cui Siani cerca di far luce. C’è quindi un filo narrativo, che, trattandosi di fatti realmente accaduti, si conclude con un’appendice didascalica, che informa sui successivi esiti di cronaca.

Ciò che nel film appare più convincente, anche se non di grande novità, è la forza della rapprentazione degli ambienti camorristici, sempre ambivalenti tra esibizione di fasto e degrado, con quei volti, corpi, gesti; la comunicazione verbale esagitata, rumorosa; la carnalità dei legami familiari, l’inaffidabilità, comunque, nelle relazioni umane e la spietatezza. E di grande efficacia risulta l’alternarsi rapido tra pezzi di scene di camorra e fasi di dibattiti politici in infuocati consigli comunali.

Dove invece la pellicola mostra tutta la sua inadeguatezza è nella narrazione della storia del giornalista, figura debole, che segue un percorso privo di tensione e anche di plausibilità e che sceneggiatura e regia sovraccaricano di relazioni di amicizia e di amore senza peso e senza interesse.

Fortapàsc

Regia: Marco Risi

interpreti: Libero De Rienzo (Giancarlo Siani) Valentina Lodovini (Daniela)Michele Riondino (Rico) Massimiliano Gallo (Valentino Gionta) Duccio Camerini (Angelo Nuvoletta) Antonio Buonomo Lorenzo Nuvoletta)Gianfranco Gallo (Donnarumma)Ettore Massa (Antonello Maresca)Roberto Calabrese (Geometra) Raffaele Vassallo (Ciro) Tony Laudadio (Antonio Bardellino) Salvatore Cantalupo Ferrara) Ennio Fantastichini (Sindaco Cassano) Ernesto Mahieux (Sasà) Daniele Pecci (Capitano Sensales) Gianfelice Imparato (Pretore Rosone) Ivano Marescotti (Gian Lorenzo Branca)Renato Carpentieri (Professore Amato Lamberti)

soggetto e sceeneggiatura: Marco Risi Andrea Purgatori Jim Carrington

musiche: Franco Piersanti

montaggio: Clelio Benevento

costumi:Ortensia De Francesco

scenografia: Sonia Peng

fotografia: Marco Onorato

suono: Massimo Simonetti Gianluca Merli

produttore: Angelo Barbagallo Gianluca Curti

Anno di produzione: 2009

Durata: 108′

roberto costa said,

Agosto 29, 2009 @ 11:22

Come ne “Il dolce e l’amaro “ di Porporati non male il ritratto d’ambiente della malavita, ma piuttosto carente quello del protagonista e del suo percorso psicologico, professionale, “affettivo”. In questo senso ha funzionato meglio “La siciliana ribelle” di Amenta, con un personaggio ben delineato e credibile, ma lì era il “contorno” che soffriva di televisismo. Certo “Gomorra” è lontano anni luce da questi film. Quando si dice il mettersi in gioco…

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