di Roberto Costa
“Kurosawa è l’unico a cui concedo di toccare Shakespeare” affermò una volta Orson Welles. E assai probabilmente si trattava di un sentimento reciproco. Aldo Tassone non poteva non focalizzare la sua attenzione sul maestro giapponese (di cui è da tempo tra i maggiori studiosi) nel suo intervento di presentazione del libro Shakespeare fra teatro e cinema di Stefano Socci, avvenuta il 27 aprile alla Mediateca Regionale di Firenze.
Tra gli infiniti registi che si sono cimentati con il Mostro Sacro della letteratura teatrale, Welles e Kurosawa sono quelli che meno hanno avuto paura di “sporgersi all’interno”, come suggerisce Tassone citando Buñuel. Lo stesso Bazin – come ci ricorda Augusto Sainati, l’altro padrino della presentazione – faceva notare l’enorme difficoltà del passaggio dal teatro al cinema, dovuta essenzialmente alla profonda differenza fisica tra le due arti. La prima è centripeta, un guscio chiuso il cui nocciolo è costituito dalla parola e dall’attore. Il cinema è invece centrifugo, si apre e fugge verso l’esterno. La bravura di registi come Welles – continua Sainati – è stata quella di mostrare la consapevolezza di questo diaframma.
Sono comunque tanti i nomi di coloro che dal confronto con Shakespeare sono usciti a testa alta: da Carmelo Bene a Woody Allen passando per Kozincev, Castellani, Polanski, Mankiewicz, Branagh, Taymor… I francesi – dice Tassone – non ci hanno nemmeno provato, sono troppo lontani da quel tipo di romanticismo, di barocco; avrebbe potuto farlo invece Pasolini, in fondo Shakespeare è un friulano emigrato nel regno di Albione anziché a Roma.
Ma tornando alle opere effettivamente realizzate, l’autore del libro ne fotografa il panorama completo, a partire dalle origini del cinema, offrendo al lettore uno strumento indispensabile per orientarsi nell’argomento e per riflettere su quali siano state le più efficaci chiavi di interpretazione ed adattamento di Shakespeare sul grande schermo.
Tra i libri pubblicati da Stefano Socci segnaliamo anche Miti ed eroi nel cinema, L’ombra scura della religione, un Castoro su Bernardo Bertolucci e uno su Fritz Lang.
Stefano Socci, Shakespeare fra teatro e cinema, 190 pp., ill., brossura, euro 19,50, ed. Le Lettere