di Gianni Quilici
Ci sono dei film, come Mar Nero, che non hanno il successo di pubblico che si meriterebbero per ragioni esclusivamente produttive-distributive.
Mar nero è infatti un film semplice e profondo, gradevole e amaro, poetico e divertente.
Un film che ha innanzitutto una buona sceneggiatura, capace di rendere con grande immediatezza una psicologia ed una cultura : Gemma, una “linguacciuta e diffidente fiorentina”, vedova, malata e pensionata, che si scontra e si incontra con la badante, una giovane emigrata romena, Angela, dolce e determinata nei suoi valori.
Vediamo, infatti, attraverso piccoli fatti la trasformazione di Gemma: dapprima ostica, scorbutica, intransigente, sgradevole viene piano piano conquistata da Angela: dalla sua gentilezza, onestà, pazienza, serenità, tanto da avvicinarsi ai problemi economici ed affettivi della giovane….
La decisione di Gemma di accompagnare la ragazza in Romania alle foci del Danubio per cercare il marito, che non dà più notizie di sé, nasce da una condivisione profonda, è un salto di sceneggiatura, è, infine, anche un capovolgimento del suo punto di vista. Non più padrona del suo piccolo perimetro casalingo, ma straniera in un paesaggio diverso e grandioso.
L’importanza della sceneggiatura è sottolineata dal regista stesso, Federico Bondi, nessuna parentela col ministro, 33 anni, al suo primo lungometraggio, in una acuta intervista di Maria Giovanna Vagenav su “Schermaglie”[ http://www.schermaglie.it/primopiano/989/il-mar-nero-di-bondi]
Dice Federico Bondi:
“Per me la scrittura è stata un momento fondamentale: il lavoro più grosso l’ho fatto in sceneggiatura, nelle otto, nove, dieci stesure consecutive. Il film per me è lì. Se compari le cinque settimane di lavorazione e di riprese ai tre anni precedenti in cui mi sono occupato del soggetto, del trattamento, fino all’ultima stesura della sceneggiatura, c’è un divario enorme! Se non ci fosse stata quella sceneggiatura lì non ce l’avrei mai fatta a girare il film in cinque settimane”.
Nella sceneggiatura (e nel montaggio) Bondi taglia certi passaggi inutili (i problemi del viaggio per una donna di quell’età, il rapporto tra Angela e il marito, che trova con un’altra donna).
Utilizza il digitale, perché ciò che gli interessa è trasmettere quel processo psicologico di due donne che da estranee diventano amiche, vicine, solidali. Quindi: uso del piano sequenza, recitazione realistica, taglio documentaristico, ma anche capacità di evocare. Si pensi alla forza che assurge il delta del Danubio, con i suoi ampi e labirintici spazi silenziosi, che diventano nel crepuscolo della sera quasi onirici, sospesi tra realtà e sogno; sia all’inizio, quando da Angela viene evocato, che alla fine, quando questi orizzonti sospesi, la giovane re-incontra in un viaggio disperato alla ricerca dell’uomo scomparso.
L’interpretazione di Ilaria Occhini è magnifica, e non a caso, è stata premiata a Locarno con il Leopardo d’Oro per la “Migliore interpretazione femminile”, perché riesce a fare l’Anna Magnani degli anni 2000, dando a Gemma tutta la cattiveria, il dolore, l’arguzia, la teatralità, la malizia di una anziana fiorentina dell’età patriarcale. Alla stessa altezza si colloca Dorothea Petre, che sa dare ad Angela una sensibilità dolce e determinata, partecipe e, perfino, ambigua.
E’, infine, un film politico sull’oggi: perché crea un’intesa (di sentimenti) laddove c’era un conflitto; un’intesa che parte da due culture, da due generazioni lontane, ma che trovano nella profondità e disponibilità i punti in comune su cui incontrarsi. Un film da proiettare nelle scuole.
MAR NERO
Regista: Federico Bondi
interpreti:
Ilaria Occhini (Gemma) Dorothea Petre (Angela) Vlad Ivanov (Adrian) Maia Morgenstern (Madalina) Corso Salani (Enrico) Vincenzo Versari (Lupi) Giuliana Colzi (Milena)
Teodor Danetti (Nicolae) Marius Silagiy (Nelu)
soggetto: Cosimo Calamini, Federico Bondi
sceneggiatura: Federico Bondi, Ugo Chiti
musiche:Enzo Casucci
montaggio: Ilaria Fraioli
costumi:Alessandra Vadalà
scenografia: Daniela Spisa
fotografia: Gigi Martinucci
suono: Mirko Guerra
Italia/Francia/Romania 2008. Durata: 95′