di Riccardo Dalle Luche
Ambientato nella provincia americana anni ’70, Revolutionary Road, come già il celeberrimo American Beauty (1999), è la storia della disgregazione di una coppia e di un progetto di vita familiare. Meno estremo e politicamente scorretto del precedente, questa pellicola gioca teatralmente sulle sfumature psicologiche dei personaggi, sui loro sottili disadattamenti ai ruoli familiari, rivitalizzando un filone che dalla drammaturgia di Arthur Miller si è poi estesa sugli schermi grazie soprattutto ai vari film di Mike Nichols.
Prima è il marito a sentirsi insoddisfatto per il fallimento dei propri ideali, e a compensarsi con pomeridiane scappatelle, poi lei; i coniugi cercano di rinsaldare i legami familiari ponendosi in funzione terapeutica l’un l’altro, ma, con tutte le reciproche buone intenzioni, non ne saranno capaci abbastanza. E’ lei, la moglie, dopo aver rilanciato un progetto familiare un po’ sopra le righe, a soccombere ad una rinormalizzazione provinciale e casalinga con una depressione letale che la porterà all’autolesionismo e alla morte.
Ottime, ovviamente, sono la ricostruzione ambientale, la fotografia e la recitazione; perfetta anche la sequenzialità psicologica, credibile anche e soprattutto nei dettagli: quando, ad esempio, lei prepara al marito l’ultima colazione, in una perfetta realizzazione dell’american way of life pubblicitaria, solo per non destare sospetti rispetto al proprio progetto autodistruttivo.
REVOLUTIONARY ROAD
Regia: Sam Mendes
Sceneggiatura: Justin Haythe
Attori: Leonardo Di Caprio, Kate Winslet, Kathy Bates, Michael Shannon, Ryan Simpkins, Ty Simpkins, David Harbour, Zoe Kazan, Adam Mucci Ruoli ed Interpreti
Fotografia: Roger Deakins
Montaggio: Tariq Anwar
Produzione: BBC Films, Evamere Entertainment, Neal Street Productions
Distribuzione: Universal Pictures Italia
Paese: Gran Bretagna, USA 2008
Durata: 119′