di Gianni Quilici
Dispiace che Alberto Crespi, critico sempre “godibile” dell’Unità, scriva che questo film “ è francamente noioso”. Verrebbe da controbattere: “Come ti permetti!”.
E’ vero che L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford, ha la durata di 158 minuti, qualcosa di più del normale, ma genera simpatia pensare che è stato rimontato 32 volte, prima che il regista trovasse una sintesi, in grado di accontentare i produttori; ed è vero che il finale diventa un po’ meccanico ed inadeguato alla forza visionaria del film. Ma esso mi sembra tutt’altro che noioso per chi non segua soltanto la superficie della storia, ma veda e percepisca i sottotesti della pellicola.
Tratto dall’omonimo romanzo di Ron Hansen e diretto dal quarantenne neozelandese Andrew Dominik, “L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford” racconta il periodo che precede l’uccisione del leggendario Jesse James nel suo rapporto con la banda e con il suo giovane ammiratore, Robert Ford, forse inconsciamente di lui innamorato…
E’ un film che ha un taglio apparentemente documentaristico con voce fuori campo e un incedere lento, ma è o vuole essere sopratutto epico, perchè trasfigura la realtà, riprendendo la lezione di Terrence Malick (quei cieli bassi in cui le nuvole corrono veloci), inserendola in un contesto di maestosa malinconia; una ballata classica e dolente, quasi leggendaria per forza di immagini.
Al regista non interessa tanto la storia, che non ha una concatenazione avvincente, ma il sentimento della storia. Il fascino del film risiede nella lentezza con cui si vive il paesaggio grandioso, innevato, solitario e nella psicologia dei personaggi che in questo scenario si muovono.
Centrale è la figura di Jesse James. Per una ragione: apparentemente egli sembra buono, morbido, giocherellone, poi esplode improvviso e ferocissimo. La ferocia di un giustiziere così implacabile da sembrare affetto da una ferita nevrotica e però, anche, la lucidità psicologica di capire chi mente e di giocare con lui come il gatto con il topo. Brad Pitt, premiato a Venezia con la Coppa Volpi, ha la faccia e i movimenti giusti: ironico e cattivo, silenzioso e rapido, misterioso e selvaggio.
Robert Ford (Casey Affleck) è il personaggio secondario, che progressivamente assurge al ruolo di co-protagonista, che funziona per le sue plurime ambiguità quando la vicenda è corale e diventa scontato e inevitabile nella sua decadenza finale. Sempre corretto da un punto di vista psicologico, ma scontato. Senza l’epica del fallimento.
da “Lo schermo”
Scheda
Titolo originale: The Assassination of Jesse James by the Coward Robert Ford
Regia: Andrew Dominik
Sceneggiatura: Andrew Dominik
Fotografia: Roger Deakins
Montaggio: Curtiss Clayton, Dylan Tichenor
Musiche: Nick Cave, Warren Ellis
Interpreti: Brad Pitt, Casey Affleck, Mary-Louise Parker, Sam Rockwell, Sam Shepard, Dustin Bollinger
Produzione: Warner Bros., Jesse Films
Distribuzione: Warner Bros.
Nazione: USA
Anno: 2007