di Gianni Quilici
E’ un classico giallo. Una bellissima ragazza viene uccisa, il commissario indaga, varie piste si aprono, infine la scoperta: l’assassino. E’ un giallo più europeo che italiano. Forse l’ambientazione friulana, un po’ fredda, il tono più introspettivo che teatrale del film favoriscono questa impressione.
E’ un giallo che scopre un ambiente, una comunità. Dietro la facciata: i drammi. Grovigli familiari: malattie e ossessioni, odi e amori, deragliamenti. Si pensa un po’ a Chabrol e banalmente ai Twin Peaks di Lynch.E in effetti sembra un film, a suo modo, perfetto. Una storia che avvince, una sceneggiatura di caratteri, una recitazione veritiera, che porta a dire: “Vedetelo, non vi annoierà e probabilmente piacerà a molti”.
C’è però un limite. E’ un film che non sorprende, ne’ commuove. L’intento è serio ed apprezzabile: la nostra società è malata e la famiglia come nucleo più viscerale di essa ne è la rappresentazione più calzante. Ma se si osserva con distacco avvertiamo che questa “malattia” nei vari personaggi, più o meno tratteggiati, è di maniera. La ragazza uccisa, i personaggi recitati da Valeria Golino, da Fabrizio Gifuni, da Anna Bonaiuto non sono delle macchiette, ma si sente che sono programmati, pensati, ma poco vissuti.
Rimane Toni Servillo. Grande attore. Perché carismatico, senza essere megalomane. Il suo carisma è nella rapidità ed energia con cui riesce ad essere centrale (si può pensare a Jack Nicholson); la sua assenza di megalomania è nella asciuttezza con cui recita. Il suo personaggio è anche quello più riuscito, perché comunica azione e dolore, impotenza e pietà. Si potrebbe pensare a Toni Servillo regista, in qualche misura, di se stesso.
da Lo schermo
La ragazza del lago
di Andrea Molaioli – con Toni Servillo, Fabrizio Giffuni, Anna Bonaiuto, Omero Antonutti, Nello Mascia, Valeria Golino, Marco Baliani, Giulia Michelini, Fausto Maria Sciarappa, Denis Fasolo, Franco Ravera, Sara D’Amario, Heidi Caldart, Alessia Piovan, Nicole Perrone, Enrico Cavallero. Sceneggiatura: Sandro Petraglia, Scenografia: Alessandro Mura, Fotografia: Ramiro Civita, Musica: Teho Teardo, Montaggio: Giogiò Franchini. Durata: 95 minuti, Italia 2006