“Desiderio” di Valeska Grisebach

di Gianni Quilici

desiderioSembra all’inizio una di quelle storie, dove ciò che viene rappresentato ha certamente una verità, ma già vista e per giunta trasmessa in un modo così minimalista da rimpiangere il biglietto pagato. Non sarà così. La giovane regista tedesca parte dalla banale tranquillità del quotidiano per arrivare al dramma. Un dramma insolitamente di carattere morale.

Il protagonista, un giovane fabbro sulla trentina che vive in un paese dell’area berlinese, ama la moglie e ne è riamato intensamente. In occasione di una trasferta di aggiornamento della brigata di pompieri di cui fa parte come volontario, dopo una solenne sbronza, si risveglia nel letto di una cameriera. Ha inizio così una storia parallela. Il giovane ama la moglie, ma si sente attratto anche dall’altra. Questo dualismo gli crea dolore e senso di colpa.

Ecco, tutto quanto è tratteggiato molto bene dalla regista quarantenne tedesca Valeska Griesebach, perchè non solo non c’è moralismo, ma ogni personaggio ha una sua bellezza, verità e anche solitudine. Non c’è il tradimento come sotterfugio, calcolo, meschinità, ma ci sono due amori, che hanno una loro bellezza e necessità. Ciò che succede: i silenzi, i baci, gli accoppiamenti, tutto viene distillato, reso sfumato.

La poeticità del film nasce dalla verità del dramma e da una sua originalità. La verità del dramma: amare due donne e il dolore di doverne lasciare una. L’originalità: la purezza di questo desiderio, la sua sincerità.

La chiusa del film è imprevedibile e, per questo, in qualche misura, geniale. Noi sappiamo-non sappiamo come è andata a finire la storia, attraverso un gruppo di adolescenti che ne discute. Una chiusa aperta, che lascia con il sorriso in bocca per l’abilità di gratificare lo spettatore, senza sciogliere l’ultimo interrogativo, quello che lo spettatore comune vorrebbe sapere.

da Lo schermo

Desiderio (Sehnsucht) di Valeska Grisebach
con Andreas Muller, Ilka Welz, Anet Dornbush, Erika Kemke.
Durata: 88′. Germania 2006.


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